Salone del Libro: tradizione e digitale a confronto

Nell’era delle nuove tecnologie anche la tradizionale carta stampata si confronta con le nuove frontiere digitali e in particolare con la “carta” digitale e i nuovi supporti informatici destinati alla lettura. Evoluzioni in atto che comportano inevitabili riflessioni.

Ecco, quindi, che il Salone del Libro di Torino quest’anno ha aperto i suoi lavori, lo scorso 10 maggio, con la tavola rotonda “Vivere in rete”, incentrata proprio su questo tema, dedicando, come specchio dei tempi, la propria attenzione alla rete e ai cambiamenti portati dalle tecnologie digitali. Obiettivo puntato anche sui possibili scenari futuri dei prossimi anni per tutti i protagonisti del mondo del libro, autori, editori e lettori, a fronte anche di un mercato degli ebook che nel 2011 è arrivato a valere 12,6 milioni di euro, una quota dell’1% del mercato trade (librerie, librerie online e Gdo: fonte AIE) e, compreso l’eCommerce, il 4,5% del mercato totale dei libri (trade più altri canali: fonte Osservatori del Politecnico di Milano).

I dati emersi disegnano infatti un panorama in cui, secondo le stime di Politecnico di Milano e Cefriel, il mercato tradizionale dei libri ha visto un declino progressivo dal 2007 al 2011 a fronte dell’emergere del mercato dell’eCommerce di libri, che ha registrato un +48% tra il 2010 (91 milioni di euro) e il 2011 (135 milioni).

Il 2009 si è contraddistinto quale anno degli ebook, il cui mercato è passato nell’arco di un anno da 1,1 milioni di euro a 1,5 (+36%) per arrivare nel 2011 a 12,6 milioni di euro. Dato confermato dall’Associazione Italiana Editori, per la quale il mercato ebook 2011 pesa nove volte di più di quello 2010. Triplicano inoltre i titoli digitali disponibili a maggio 2012 (sono oggi 31.615, erano 11.271 nel maggio 2011) e triplica anche la loro disponibilità nei vari formati come ePub, pdf, etc (le cosiddette “manifestazioni del titolo ebook” sono oggi 43.427, contro le 15.339 del maggio 2011).

L’Italia, con una minore penetrazione del mercato eBook e della vendita di libri attraverso il canale eCommerce sul totale mercato libri, insegue ancora i cugini europei. Tradotto in numeri, in Italia la consistenza del mercato è di 3,3 miliardi di euro, in Francia di 5,6 miliardi e in Germania di 9,7 miliardi. I tassi di crescita nostrani sono però notevoli e l’ostacolo al momento più elevato, per i valori assoluti, resta quello linguistico.

“L’Italia tuttavia presenta tassi di crescita notevoli nell’ultimo anno e potrà mettersi in coda agli altri paesi europei nei prossimo futuro – così il commento di Andrea Rangone, Coordinatore degli Osservatori ICT & Management della School of Management del Politecnico di Milano – l’ostacolo al momento più elevato è quello linguistico. Discorso a parte va fatto per i mercati in lingua inglese; è facile notare come il mercato britannico segua a braccetto quello statunitense. UK e USA hanno tassi di penetrazione praticamente identici (l’8% dell’eBook e circa il 40% del mercato libri tramite eCommerce). La differenza consiste nel valore assoluto: il mercato totale statunitense vale quasi 28 miliardi di dollari, mentre quello britannico soltanto poco più di 3 miliardi di sterline”.

Sarebbe però riduttivo ricondurre la lettura solo a numeri. I mutamenti indotti dalle nuove tecnologie digitali influiscono anche sui contenuti e sulle modalità in cui questi vengono fruiti. Oggi le persone sono sempre più immerse nel digitale, con una serie di strumenti che permettono loro nell’arco dell’intera giornata di accedere a servizi e informazioni sulla base del luogo e del contesto in cui si trovano.

Uno scenario in cui le sfide e le opportunità per i diversi attori del mondo dell’editoria risiedono nella capacità di proporre un’offerta di contenuti, servizi ed esperienze che devono adattarsi alla situazione vissuta in ogni istante dall’utente/cliente, utilizzando al meglio i differenti dispositivi.

“Una riflessione importante riguarderà il concetto di “liquidità del contenuto” e quindi la necessità di adattarlo ai vari dispositivi. Non per tutte le categorie di ‘libro’, che sia narrativa o scolastica, varranno infatti le stesse esperienze d’uso”, ha commentato Vincenzo Russi, Direttore Generale CEFRIEL

Nei futuri scenari implicazioni di rilievo saranno rivestite dai diversi standard tecnologici, piattaforme, formato, DRM, dagli ecosistemi aperti o chiusi, dai sistemi di accesso e così via. Nel confronto tradizione – innovazione, libri digitali e fisici saranno destinati a contaminarsi sempre di più attraverso l’arricchimento delle esperienze che vengono dalla lettura e dalle nuove forme di fruizione dei contenuti. Si arriva a prevedere un’evoluzione del libro fisico per creare nuovi modelli di apprendimento e di cultura. Una convinzione di fondo comunque resta: il “percorso della mente” tipico della lettura, che ci si trovi ad avere a che fare con un libro digitale o con uno fisico, non cambia. È escluso che si possa perdere l’immedesimazione nel personaggio, la profondità nel tempo e nello spazio e l’interiorità che si prova.

“Uno dei maggiori rischi per l’editoria, nel processo di ‘reinterpretazione’ del libro, verrà semmai dalle alternative alla lettura, possibili sui device e, tra tutte, dal gaming – ha commentato Vincenzo Russi – Oggi leggiamo tutti molto di più rispetto al passato, diversificando le forme e le fonti di lettura. Alcuni dispositivi, come i tablet, vedono la prevalenza di attività quali il gioco, l’accesso a internet, la visione di video e la lettura di altri contenuti quali quotidiani e riviste. Si presenta, di conseguenza, un nuovo problema per l’editoria: la lettura sui tablet può diventare distratta, superficiale, dispersa, senza attenzione.

Prende piede una nuova abitudine a fruire di informazioni frammentarie, a meno che non ci si doti di dispositivi nuovi dedicati all’esperienza della lettura: una “vera carta elettronica” che si possa leggere comodamente, che sia facilmente usabile e scevra da altri elementi di distrazione”.

Nella costante evoluzione del mondo editoriale, che inevitabilmente segue le tendenze «high-tech», emergeranno coloro che sapranno dare valore e profondità all’«high-touch» riuscendo ad arricchire le esperienze che vivremo nella lettura. Questa una tra le conclusioni.

Altro dato interessante emerso è che al di là di quanto si possa pensare, al di là di luoghi comuni e pregiudizi, in Italia si legge sempre di più. Certo, come accennato, cambiano le modalità di fruizione della lettura: lo si fa al passo con l’evoluzione generale del contesto in cui si vive, con la graduale acquisizione di nuovi supporti, forse in maniera più distratta e frammentaria ma secondo modalità e tempi più vicini alle esigenze quotidiane della gente.

Una popolazione che si divide tra strenui difensori della tradizionale “vecchia” carta stampata, dall’immutabile fascino, e fautori della modernità, del passaggio al digitale alla ricerca di nuovi modelli di business e di device di lettura più o meno ricchi di funzionalità e capaci di accaparrarsi nuove fette di mercato.

I principali attori della scena editoriale, in occasione dell’apertura del Salone del Libro di Torino, tengono a ricordare comunque che la lettura non è fatta solo di numeri, ma in primis di parole. Tra tradizione e nuove tecnologie il “percorso della mente” non cambia, sempre che gli si concedano tempo e spazi utili per goderlo appieno. Tra antico e moderno, il vincitore resta il libro: la lettura, fonte di arricchimento comunque la si fruisca.

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