Il Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni, ha scelto di modificare alcune denominazioni ministeriali delle quali riteneva opportuno il cambiamento, al fine di sottolineare, anche con la loro denominazione, la linea politica sottostante e la conseguente discontinuità con i precedenti Esecutivi.
È stato necessario procedere attraverso un decreto legge, il n. 173 pubblicato in Gazzetta Ufficiale venerdì 11 novembre. Ecco i cambiamenti.
Il Ministero dello Sviluppo Economico diviene Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Un’economia matura come la nostra non deve focalizzare la sua politica sui temi dello sviluppo, quanto sulla difesa delle imprese e della loro libertà di operare creando ricchezza e posti di lavoro; inoltre, le nostre eccellenze nel design degli arredi, nella moda, nell’agroalimentare e nella automazione industriale sono un fiore all’occhiello da difendere: il richiamo al Made in Italy sottolinea la volontà di difendere e promuovere le nostre produzioni nel mondo.
Quanto al Ministero delle politiche agricolo alimentari e forestali, il cambiamento in Ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (ispirandosi alla analoga denominazione francese), evidenzia un maggiore interesse sulle produzioni nazionali, sulla difesa – specialmente in ambito europeo – delle politiche di produzione nazionali e sulla necessità di ambire ad una sorta di “autosufficienza” alimentare che renda remota la possibilità di entrare in crisi se olio di girasole e grano non possono arrivare dalla Ucraina.
Il Ministero della Transizione Ecologica, come era denominato nel Governo Draghi, viene ora denominato Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica. Perché i tempi sono cambiati, con la crisi del gas russo e con la maggiore attenzione all’ambiente, visto non solo come problema del riscaldamento globale. Significa occuparsi di ogni questione riguardo la sicurezza della natura, senza dimenticare però le necessità di energia per imprese e famiglie.
Il Ministero delle Infrastrutture e delle mobilità sostenibili, viene rinominato perdendo l’aggettivo “sostenibili”, perché è più logico che ogni tema ambientale sia discusso da un unico Ministero.
Infine, il Ministero dell’Istruzione si arricchisce con l’aggiunta “e del merito”. Questa nuova denominazione ha sollevato polemiche, ma il concetto di merito, su cui questo Governo vuole basare la sua azione, è fondamentale in ogni settore, e soprattutto nell’Istruzione: significa un maggiore impegno per i docenti e per gli allievi, ma è l’unico modo per creare un Paese migliore e più capace per confrontarsi con le sfide globali.