Governo work in progress
Le attese da parte del Paese e dell’Europa sono veramente elevate e per realizzare un passaggio di Governo è necessario lavorare molto. A maggior ragione, se si palesa, una reputazione messa in discussione dai recenti trascorsi prima e durante l’emergenza pandemica.
Il Governo guidato dall’ex premier Conte durante la pandemia globale, iniziata a gennaio 2020, ha registrato numeri da record tra Dpcm, decreti-legge, proroghe dello stato di emergenza e scostamenti di bilancio.
I Numeri
Il 31 gennaio, su intervento dell’OMS, è stato proclamato lo stato d’emergenza da parte dell’ex presidente del Consiglio. Successivamente ci sono state ben 3 proroghe deliberate rispettivamente, il 29 luglio 2020, il 7 ottobre 2020 e il 13 gennaio 2021 che durerà fino al 30 aprile 2021.
I Dpcm (Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri) sono stati diciannove (a cui si aggiungono i decreti di proroga), il primo quello del 23 febbraio 2020 per i comuni delle Regioni Lombardia e Veneto interessate dalle misure di contenimento del contagio da Coronavirus e l’ultimo del 14 gennaio 2021 che resterà valido fino al 5 marzo 2021. I Decreti-legge quelli più citati, “Cura Italia”, “Rilancio”, “Semplificazioni” e “Ristori” (bis, ter e quater). Cinque sono gli scostamenti di bilancio, rispettivamente 5 marzo 2020 (Cura Italia), 24 aprile 2020 (DEF), 23 luglio 2020 (decreto agosto), 6 ottobre 2020 (nota di aggiornamento DEF), l’ultimo il 21 novembre. Il disavanzo dovuto dall’impatto del coronavirus è costato circa 140 miliardi di euro.
Tutto ciò ha portato a varare solo 372 provvedimenti dei 919 previsti dagli ultimi due esecutivi. Sono atti necessari per attuare le riforme economiche e le misure previste nella legge di bilancio. Ora il nuovo Governo ha in attesa 547 decreti attuativi di cui 152 sono già scaduti e di questi 106 fanno riferimento agli interventi del Conte bis.
Siamo verso un Governo di spesa e rifondazione dello Stato.
Come già preannunciato dal Presidente Draghi, è ora di lavorare sui principali obiettivi per il Recovery Plan, l’emergenza Covid, e il popolo italiano. Allo stesso tempo rivedere la DAD, e ancora: Fisco, Lavoro, Previdenza, ecc… si dovrà fare una scala di valori e di priorità.
I mezzi di comunicazione dovrebbero fare pressing per spingere il governo ad operare in maniera concreta e non fare confusione o rumore mettendo in luce solo alcuni provvedimenti che sono validi sulla carta ma diventano impossibili da attuare.
Un altro punto delicato riguarda il piano per la distribuzione del vaccino anti-covid: la comunicazione erogata ha fatto comprendere che tutto era sotto controllo. Poi invece, si è scoperto che era stato fatto molto poco. Le Regioni del nostro Paese sono in fermento e ognuno si muove secondo le proprie capacità per accaparrarsi i vaccini e tutelare i cittadini con l’intento di erogarli a breve giro come nel caso del Veneto. Nel passato, avevamo fatto presente che era opportuno produrre i vaccini presso industrie farmaceutiche pronte e preparate a farlo. Sono passati molti mesi e, per fortuna, adesso vi è l’ipotesi di produrlo anche presso le aziende specializzate del nostro Paese.
Il Governo Draghi è impegnato in questa settimana a completare la squadra di Governo, tra sottosegretari e viceministri, ed ha delegato i partiti affinché possano dare i loro contributi mettendo ai posti di Governo gente capace e possibilmente responsabile. Se ciò si verifica, probabilmente, si potrà parlare di cambiamento, altrimenti bisognerà avere molta fantasia per parlarne, di un qualcosa che un domani diremmo non si è mai verificato.