Dinanzi al dibattito sulla minaccia del nostro tempo (Covid-19) si sentono e vedono quotidianamente volti noti intesi come scienziati o comunque esperti che da circa 9 ci comunicano le medesime cose per non abbassare l’attenzione.
Alcuni sostengono che gli italiani si sono comportati in modo esemplare, altri invece che non c’è stata abbastanza prevenzione. Tuttavia, probabilmente doveva essere il governo a dover responsabilizzare maggiormente i cittadini anche attraverso lo strumento del dpcm e senza creare ulteriore confusione tra i precedenti ed i successivi. Il covid ha certamente cambiato il nostro modo di agire ma, esattamente, su quali temi? la spesa pubblica, gli assegni familiari, la questione del mezzogiorno, la riforma fiscale, le misure e il sostegno all’economia, il lavoro e la previdenza sociale, le scuole e le università, sono tematiche presenti sui tavoli governativi da molto tempo. Dunque nulla di nuovo eppure a livello comunicativo risaltano maggiormente il cd. piano del “Recovery Fund” e il Mes. Quest’ultimo strumento oggetto di un dibattito piuttosto animato e che ciclicamente ritorna, specialmente da quando è giunta la notizia che perfino Spagna e Portogallo non ne faranno richiesta. Probabilmente questi Paesi hanno una strategia, a differenza di noi italiani che discutiamo in modo quasi maniacale dei tamponi, dell’App Immuni, delle criticità legate al sistema dei trasporti pubblici e degli orari che scuole e università devono adottare, del mantenimento del distanziamento fisico e dello smart working. Ciò ci porta ad un’unica dimensione, ovverosia che non si ha una vera e propria strategia.
Eppure non esiste solo il virus, vi sono altri aspetti attuali da considerare. Ad esempio il pensionamento di Piercamillo Davigo, noto magistrato sul quale vi è una polemica scaturita proprio dal decorso della sua attività per motivi di anzianità. Si sono adoperate le votazioni che hanno dato come risultato delle votazioni contrarie anche da parte dei suoi colleghi di sinistra, questo per dimostrare quanto sia indipendente la magistratura.
Altro aspetto riguarda quello dei “superbonus” al 110% che vedono molti protagonisti sotto pressione a causa di un eccesso di disponibilità. Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, tuona che “l’Italia è lasciata in confusione”. E’ quasi drammatico continuare a leggere che il nostro paese necessita di riforme vere. Intanto si parla di quella sul taglio dei parlamentari e vediamo se ci saranno dei rimandi oppure avrà attuazione concreta.
E’ necessario adottare misure compatte, efficaci e imminenti considerando anche il nostro deficit. Si discute molto di innovazione e tecnologia e di Big Data, e allora sarebbe il caso di utilizzarli considerando che, da un modesto calcolo, ogni contagiato può offrire circa 440 dati, quindi moltiplicando per ogni singolo caso si potrebbe avere una banca dati utile al fine di aiutare il Paese e il settore della sanità.