L’entità dei crediti in sofferenza è in crescita, per effetto della crisi finanziaria che si è abbattuta sull’economia mondiale, e sta diventando un problema sociale per il quale l’etica e la comunicazione possono svolgere un ruolo significativo. Questi sono stati i temi trattati nel corso del Convegno “Sofferenza del credito pubblico e privato: comunicazione ed etica”, organizzato da SI-IES, che si è tenuto giovedì 18 novembre presso la Link Campus – University of Malta e di cui sono stato chairman.
L’intervento dell’on. Gianfranco Conte, Presidente della Commissione Finanze della Camera, ha consentito di comprendere quali sono le direttive che dovranno guidare l’evoluzione del sistema bancario e l’attività dei mediatori creditizi. Esse saranno improntate ad una maggiore trasparenza nei confronti del cittadino – cliente, avviando una modernizzazione del sistema del credito a beneficio degli utenti: un processo che, nel nostro Paese, famiglie ed imprese attendevano da molti anni.
Le relazioni delle personalità intervenute hanno consentito di mettere in luce un nuovo ruolo per gli operatori del credito, siano essi banche o mediatori creditizi, chiamati a svolgere ora un compito di ristrutturazione non solo delle poste in sofferenza, ma soprattutto della gestione dei soggetti in crisi, siano essi famiglie o imprese. E’ un impegno nuovo, che richiede responsabilità, competenza e capacità di entrare in sintonia con il debitore / cliente, di avere la sua fiducia al punto da poter ottenere una modifica sostanziale delle sue abitudini di spesa e di gestione. E’ una via obbligata per gli operatori del settore, sui quali la crisi ha inciso su due fronti: da un lato, aumentando i crediti in sofferenza, dall’altro riducendo le possibilità di recupero.
Ovviamente, solo le migliori strutture sono pronte ad operare in tal senso, e per “migliori” intendo non le più grandi o le più antiche, ma coloro che riescono ad essere “vicine” ai loro clienti, che riescono a costruire con loro un rapporto stretto, di fiducia. Queste sono le premesse per aiutare i debitori a ricostruire una loro solidità finanziaria, risolvendo la situazione presente ma, soprattutto, riducendo la possibilità di future sofferenze.
E’ in questo modo che il Credito diviene partner e non antagonista del Cliente, contribuendo, inoltre, ad un miglioramento generale dell’economia, iniettando fiducia e sicurezza, elementi base per un rilancio della iniziativa imprenditoriale e dei consumi privati.
Spostare l’attenzione dalla sofferenza del credito alla ristrutturazione del debito (e del way of life del debitore, azienda o privato che sia) è un modo eticamente valido per affrontare la crisi finanziaria, e ritengo che i media dovrebbero dare maggiore spazio all’evoluzione in atto da parte degli operatori.
Banche quali la BCC (Banca di Credito Cooperativo) o aziende di gestione del credito quali SGN si propongono con un nuovo modello che mira a recuperare non solo gli importi in sofferenza, ma anche la capacità del soggetto di gestire le sue finanze, senza penalizzarlo per gli “errori” del passato, ma fornendogli gli strumenti gestionali e di approccio tali da ridurre i rischi futuri.
Prendersi cura del debitore e del suo comportamento finanziario fa parte di una nuova responsabilità etica che le aziende del settore si assumono: va nel loro interesse, perché si rafforza il rapporto con il cliente, ma va anche nell’interesse del cliente e del Paese.
Questa è l’Italia che affronta la crisi, che guarda agli “altri” con solidarietà, non come nemici dei propri interessi, che “funziona” e che aiuterà il sistema – paese ad uscire in meno tempo e con più forza dalla crisi finanziaria, mettendo le basi per uno sviluppo che soldo sul piano economico e dei “valori” del vivere civile.