Le informazioni ormai sono le più disparate in tutti i settori: innovazione, ricerca, sviluppo, strategie, etc. Lo stesso argomento trattato a distanza di ore diviene l’opposto del precedente, per contenuti, dati, prospettive, e quant’altro. Quali sono i canali che possono essere definiti attendibili?
Se si trattano i temi dell’occupazione si pensa subito al mondo dei giovani che tornano all’agricoltura: stando ai dati, questo settore cresce sei volte di più della media, nasce, dunque, l’agricoltura intelligente. E’ possibile che sono 80 mila i nuovi agricoltori under 35? Si dice che stiano rivoluzionando il mestiere con tecnologia, marketing e social network.
Un settore che si lega con questa trasformazione della smart agricoltura è quello dell’Internet delle cose (IoT) che può trovare accesso e collocazione ovunque, tra cui anche in ambito domotico, manifatturiero e dei servizi. Tutti questi, sono campi che coinvolgono occupazione per grandi numeri? Stando ai report emessi, non risulta che le grandi aziende puntino con i propri mezzi all’internet delle cose. Per dare soddisfazione a dei giovani coraggiosi, che spesso intraprendono attività individuali, non per scelta ma per mera necessità, bisognerebbe pensare a finanziamenti mirati, a fondo perduto, pari alla disoccupazione con un delta in più.
Il paese parla tutti i giorni di occupazione, innovazione e aumento del Pil, ma i termini oramai sono diventati obsoleti dal punto di vista conoscitivo e dal punto di vista dell’attuazione. Si continua a ripetere il concetto come una “cantilena”, con il rischio che non ci creda più nessuno.
Un giovane che vuole affrontare un’iniziativa privata, ha bisogno non solo della disperazione, che spinge il fare verso la buona volontà, ma anche di essere aiutato con un business plan, con delle indicazioni che lo inducano alla consapevolezza dei bisogni di una startup che voglia e sappia essere vincente, mettendo in luce gli oneri da affrontare, a partire da quelli di una srl semplificata, il cui costo è: 200 euro di imposta di registro, più 150 euro di diritti camerali, oltre 300 euro per la vidimazione dei libri sociali. Se si vuole pensare al successivo riconoscimento come startup innovativa è necessario tenere in consideraizone il costo del notaio, realizzare un business plan e poi farsi alcune domande utili: stiamo seguendo la strada giusta? Stiamo puntando su un settore che ha margini di crescita? Abbiamo scelto i partner giusti, sia per competenze che per compatibilità caratteriale? Quindi si arriva al momento di redigere il business plan: come è noto, il documento chiave della vita di un’azienda. Da questo documento dipenderà in maniera prevalente il successo o meno dell’iniziativa, ma anche la possibilità di trovare investitori e/o finanziamenti. Chi intende percorrere la strada dei finanziamenti deve esserne consapevole da subito, visto che la struttura societaria è il primo requisito da tenere in considerazione. Quanto più è robusta la struttura societaria, tanto più semplice sarà reperire i finanziamenti, ciò vale in particolare per coloro che vogliono ottenere il riconoscimento di startup innovativa.