Per le imprese italiane, al corto circuito rigore / crescita si è affiancato il peso di una burocrazia lenta ed invasiva, strettamente connessa con una classe politica locale ben lontana dalle doti di sobrietà e competenza che dovrebbero caratterizzarla.
Ha ancora senso fare impresa in Italia? Molti delocalizzano la produzione, altri espatriano portando via non solo capitali e know-how, ma soprattutto esperienza, laboriosità, spirito di iniziativa. Fattori senza i quali un ritorno alla crescita sarà ancora più difficile.
E’ da questa considerazione che nasce l’iniziativa "Mad in Italy" (indirizzo web:
http://madinitaly.mettiamocilatesta.it
Essa intende supportare e dare visibilità ai "pazzi" (mad) che vogliono ancora credere nel nostro Paese ed operare in patria con le loro aziende. "In Italia, la linea più breve tra due punti è l’arabesco", chiosava il geniale Flaiano, ma con la fantasia e la creatività, oltre che quel pizzico di follia insito nel rischio d’impresa, i nostri imprenditori possono superare gli ostacoli ed emergere con successo.
La "rete" Mad in Italy si fonda sulla comunanza di vision: sfidare le difficoltà per rimanere, per fare impresa "nonostante" l’Italia. confrontandosi e creando un circuito di informazioni, idee, relazioni che sia di supporto all’attività di ciascuno. Il claim "Se mi lasci non vali – i folli che restano fanno grande l’Italia" racchiude in poche parole un concetto importante, su cui avremmo voluto sentire le voci del Governo, della politica e delle Associazioni imprenditoriali.
Nel generale silenzio, questa iniziativa assume un valore ancora maggiore.