Partiamo subito dal titolo in borsa che è fino ad ora 0,254 centesimi la metà di un quarto di acqua minerale acquistata da Iolanda al supermercato; questa la dice lunga e non merita commenti.
Le notizie che corrono vedono l’amministratore delegato, Pietro Labriola, in un frenetico movimento (almeno a parole). In questi giorni, dovrebbe avvenire la sottoscrizione di un memorando tra cassa depositi e prestiti e Tim.
La ristrutturazione della società dovrà inoltre tenere presente, oltre all’occupazione, di disegnare anche un modello che preveda una valida integrazione delle reti Open Fiber e Tim (Open Fiber è controllata al 60% da CDP, azionista per il 10% anche di Tim). La riorganizzazione riguarda la rete e poi i servizi, descritta in questi termini è semplice, mentre nella pratica, no. Parliamo di una gestazione difficile come ancor di più lo sarà il parto di Pietro Labriola.
Una prima ipotesi riguarda il conferimento della rete ad una New Co mentre, successivamente in Open Fiber. Un’ulteriore ipotesi è la soluzione che potrebbe infastidire l’autorità ma anche l’assemblea degli azionisti che se non rispettasse i canoni previsti, l’autorità potrebbe interferire. L’ingresso della rete con ServCo quotata, fa scattare un’allerta pericolosa che riguarda la copertura del debito che oggi, funge da garanzia.
Altro punto qualificante è l’accordo commerciale con Open Fiber e, per non farci mancare nulla, rivedere l’accordo commerciale con Dazon.
Nel frattempo Tim è impegnata a risolvere il problema delle cosiddette ‘’aree bianche’’ con la speranza di acquisire anche utenza domestica che, oggi, ne conta circa 7 milioni ed è urgente la riconquista di una fetta del mercato con una politica mirata e non schizofrenica, vale a dire esame del mercato, valutazione dei concorrenti e poi, cosa offrire all’utenza rispetto al concorrente.
Sempre in casa Telecom vi è KKR, non solo, vi è anche l’altro fondo CVC che ha manifestato interesse per una parte di Enterprise, ognuno vuole prendere il pezzo migliore, cosa che normalmente non si fa neanche dal macellaio in quanto, bisogna acquistare la carne con ossa e grasso invece, in casa Telecom, ognuno vuole portare via il bocconcino migliore.
Per chiudere, Tim deve cercare di avere il 20% dei risparmi.