Si parla di “buona scuola”, di alternanza scuola-lavoro e sembra che diverse scuole abbiano aderito all’iniziativa. Così si unisce al’esperienza formativa anche una componente concreta di messa in pratica delle teorie, di operatività, costituendo il saper fare oltre al sapere.
Seguendo questa best practices, bisognerebbe pensare anche al connubbio “università e lavoro”. La SI-IES Srl, ne ha fatto cenno a più riprese nell’ambito del proprio Digital Innovation Hub virtuale, durante gli incontri che si fanno una volta al mese con aziende o associazioni di particolare rilievo.
Le PMI sono la spina dorsale dell’economia del nostro Paese, pronte ad ospitare laureandi per fare l’esperienza lavorativa prima di discutere la tesi finale. Le Regioni, le imprese e gli atenei dovrebbero valutare l’iniziativa. Puntare a favorire il laureando che magari ha dei problemi di inserimento, fornendogli agevolazioni, a partire da un apposito attestato consegnato dalle PMI stesse per far ben comprendere l’impegno del giovane e dimostrare quanto svolto. Così facendo eviteremmo di mortificare quella grossa fetta di giovani laureati che presentano centinaia di domande per avere anche un lavoro precario e poi si sentono dire: “qual’è la tua esperienze di lavoro?” “Nessuna”! Se non quella dello studente.
Certamente questa ipotesi di “occupazione” università-lavoro consentirebbe al giovane laureato di spendere meglio il proprio CV sia in Italia e sia in ambito internazionale. Intanto si fa una proposta ovviamente da migliorare ed affinare.