Per professionisti ed imprese ci sono 90 milioni previsti dalla legge 126 del 2020 sotto l’egida del Ministero della Transizione Ecologica. Le condizioni sono contenute nel decreto firmato dal titolare del Ministero, Roberto Cingolani. L’80% dei fondi destinato alle imprese all’acquisto e all’istallazione di infrastrutture di ricarica sotto i 375 mila euro ed il 10% per quelle di valore superiore, mentre il restante 10% andrà ai professionisti. Vi sono dei criteri semplici.
Il contributo andrà a coprire l’acquisto e la messa in opera delle infrastrutture di ricarica ma secondo alcuni limiti massimi a partire da quelle a corrente alternata di potenza da 7,4 a 22 kilowatt inclusi, l’asticella massima sarà di 2500 euro per singolo dispositivo per la wallbox con un solo punto di ricarica di 8 mila euro per ogni colonnina per infrastrutture con due ricariche e saranno ammissibili al contributo anche i costi della connessione alla rete elettrica, le spese di progettazione, direzione lavori, sicurezza e collaudi, purché le infrastrutture di ricarica siano nuove fabbriche e abbiano una potenza nominale di almeno 7,4 kilowatt che garantiscono almeno 32 ampere per ogni singola fase.
Il contributo sarà pari al 40% delle spese ammissibili, esclusi i costi per consulenze ma anche per i costi legati ad autorizzazioni edilizie, costruzione ed esercizio. E i soggetti beneficiari dovranno rispettare alcuni avvertimenti tra cui il mantenimento dell’infrastruttura nei 5 anni successivi alla concessione delle agevolazioni. L’iniziativa è ottima, anche se le risorse sono modeste.
La Si – I.E.S. ha messo a disposizione il dominio www.lamiaricarica.com promossa anche dalla volontà di spingere sull’acceleratore verso gli obiettivi posti dall’Europa in ambito di emissioni di anidride carbonica. È di massima importanza l’affermazione delle mobilità sostenibile ed, in particolare, delle auto elettriche nel nostro Paese, in quanto si tratta di una realtà in continua crescita. Sulla nostra iniziativa è stato scritto “per un mondo più sostenibile, con meno emissioni CO2″.