Le conoscenze digitali sono il nuovo linguaggio che ci aiuterà a diventare costruttori di un futuro digitale. Ma questa ambizione deve nascere all’interno delle scuole, pioniere di creazioni di speranze, possibilità, ambizioni.
Per comprendere al meglio quanto sia il peso e il valore del digitale ci sono dei numeri importanti da considerare: entro la fine del 2020 gli utenti che utilizzeranno la realtà aumentata arriveranno a un miliardo; 500 milioni saranno i dispositivi “pronti” per accogliere e gestire la RA (Realtà Aumentata) su piattaforme Android e iOS; nove milioni saranno le App che utilizzeranno la RA entro il 2022 [fonte Juniper]. È da questi numeri che capiamo con franchezza e una leggera preoccupazione quanto sia importante investire non solo sulle nuove tecnologie ma anche sulle nuove conoscenze che esse portano nella società. Sviluppare e arricchire il business non basta per niente ed anzi, servirebbe una maggiore presa di coscienza del fatto che le tecnologie debbano diventare trasversali a tutte le materie. Perché è di formazione che stiamo parlando, a tutti i livelli. I metodi di insegnamento dovrebbero incominciare a distaccarsi da quelli tradizionali sfruttando di più le potenzialità del digitale. Come? Con lezioni interattive, immersione nel soggetto dell’insegnamento, gamification (l’utilizzo di elementi di “game design” al di fuori dei contesti ludici).
Lo strumento concesso e che ci permette di investire sulle conoscenze digitali è quello dei fondi europei.
L’Europa ci sta obbligando, in modo molto positivo, a partorire un piano strategico efficace e a lungo termine per la crescita del paese. È proprio con i fondi, che non vinciamo con la lotteria ma solo presentando un programma strutturato e serio, possiamo dare la possibilità all’Italia di “rinascere digitalmente” e colmare quel divario digitale esistente tra chi ha accesso effettivo alle tecnologie e chi invece ne è escluso in modo totale o parziale. Siamo negli anni venti del ventunesimo secolo, consentiamoci di migliorare e garantiamoci un fausto futuro.