Scriviamo spesso che stiamo vivendo un particolare momento e che siamo dinanzi ad un cambiamento che sta investendo tutti i settori, compresa l’economia digitale. Ciò che serve è un’adeguata infrastruttura per stimolare la crescita, utilizzare l’interconnessione e puntare così ad essere più competitivi.
La pandemia ha inciso molto sulle imprese che a loro volta hanno trasformato le modalità di lavoro, creando una richiesta elevata di provider di servizi digitali e il bisogno di una maggiore interconnessione per mezzo dello scambio di dati. Non a caso le organizzazioni che sono prive di una base digitale faticano a retare in piedi a causa di questo cambiamento rapido della domanda.
La giusta larghezza di banda di interconnessione dei provider di servizi sta accelerando e nello stesso tempo superando le imprese che stanno affrontando la trasformazione digitale.
Secondo SI-IES e il DIHV bisogna ben valutare il ruolo e le priorità legate alla connettività ed alla riduzione dei costi. Il 50/70% del nuovo valore creato nel prossimo decennio sarà basato su modelli di business digitalmente abilitati. Il DIHV prevede che la sfida sia quella di ridurre i costi e di diventare più efficienti, accelerando al contempo lo sviluppo di nuove forme di analisi. Bisogna pensare all’esigenza, vale a dire trasformare l’architettura di rete, distribuendo nello stesso tempo le infrastrutture digitali in luoghi strategici al fine di supportare l’interconnessione locale tra servizi a utenti, dati, cloud, ed anche partner dell’ecosistema. In una parola creare la rete in tutte le Regioni.
Un altro punto riguarda i risultati di business, con riduzione dei costi al 50/60% di trasporto, riduzione del 25/30% della latenza ed aumento della larghezza di banda di interconnessione, pari a 10 volte. Altro aspetto riguarda l’urbanizzazione.
L’espansione sta portando alla necessità di una trasformazione ibrida multi-cloud.
Entro il 2030, infatti, si prevede che le aree urbane ospiteranno il 50-60% delle persone a livello globale ed il numero di città con una popolazione tra 1 e 5 milioni di abitanti salirà verso i 600. Non va trascurata la sicurezza informatica in quanto le minacce stanno portando alla necessità di una sicurezza distribuita a livello globale. Altro punto riguarda il volume dei dati e conformità degli stessi. I dati crescono ad un tasso composto. Meno del 3% attualmente creati viene analizzato per l’intelligence d’impresa. Infine, ci sono gli ecosistemi aziendali: entro il 2025 il 70/80% dei leader digitali osserverà l’impatto positivo della connessione a più ecosistemi, con effetti quali il miglioramento del valore per i clienti finali: ecco cosa fare per rispondere alla sfida, alle esigenze ed anche ai risultati di business.
Connettività on-demand a bassa latenza per migliorare il coinvolgimento digitale e creare in modo dinamico un nuovo valore.
Sono alcuni punti sui quali i responsabili che si trovano ai vertici governativi o aziendali, compagnie di telecomunicazioni, debbano insistere al fine anche di rispondere non solo alle esigenze del cliente/cittadino ma anche all’avanzare della competizione a livello internazionale. Il nostro Paese è al 24° posto in ambito europeo. L’auspicio è quello di scendere per risalire.