Ormai è risaputo: gli eventi degli ultimi due anni hanno profondamente modificato quelle che sono le nostre abitudini; il settore maggiormente colpito è il turismo che ha dovuto riadattarsi e rinnovarsi in quanto reduce dall’annus horribilis che ha fatto registrare il suo peggior risultato in 20 anni in termini di fatturato.
Canale principale in cui il settore ha iniziato a investire per sviluppare la sua resilienza è quello dell’innovazione: neverending tourism e digitalizzazione dei servizi sono i due fil rouge su cui fanno leva gli operatori del settore. Il concetto di neverending tourism propone un turismo diametralmente opposto al classico cosiddetto “mordi e fuggi” a cui siamo abituati, valorizzando l’esperienza sia prima che dopo il viaggio (ad esempio attraverso offerte di contenuti online, come la visita virtuale delle città, i corsi di cucina legati al luogo ecc.) al fine di sviluppare un legame profondo con il territorio.
Dall’utilizzo del digitale per la gestione dei processi, alla presenza sui social network, passando per l’acquisto dei prodotti artigianali tramite e-commerce: l’Osservatorio innovazione digitale nel turismo del Politecnico di Milano fotografa nel suo ultimo rapporto una decisa sterzata verso il digitale da parte di un settore così duramente colpito dalla pandemia. In particolare Il 42% delle strutture ricettive analizzate dall’istituto oggi propone l’acquisto di prodotti enogastronomici o di artigianato, in maniera tale che l’esperienza turistica continui anche quando si torna a casa.
Il fatto che il futuro sia sempre più “virtuale”, interconnesso e vicino all’utilizzatore è ormai un dato di fatto e diverse sono le realtà che si stanno muovendo in tale direzione, fornendo silenziosamente gli strumenti per renderlo possibile.
Le nuove frontiere che prenderanno piede con lo sviluppo delle piattaforme Metaverse ci consentiranno di abbandonare la realtà statica dei siti 2D per entrare in una “rete incarnata”. Immaginiamoci un’unica piattaforma virtuale che ci consenta di visitare, attraverso gli strumenti della realtà aumentata e virtuale, un luogo che di norma impiegheremmo ore a raggiungere e che contemporaneamente ci consenta di acquistarne i prodotti tipici e di immergerci nelle storie e nelle tradizioni attraverso i racconti degli abitanti. Il tutto con la stessa facilità con cui organizziamo una riunione su Skype.
Le nuove frontiere che prenderanno piede con lo sviluppo delle piattaforme Metaverse ci consentiranno di abbandonare la realtà statica dei siti 2D per entrare in una “rete incarnata”. Immaginiamoci un’unica piattaforma virtuale che ci consenta di visitare, attraverso gli strumenti della realtà aumentata e virtuale, un luogo che di norma impiegheremmo ore a raggiungere e che contemporaneamente ci consenta di acquistarne i prodotti tipici e di immergerci nelle storie e nelle tradizioni attraverso i racconti degli abitanti. Il tutto con la stessa facilità con cui organizziamo una riunione su Skype.
Finora il grande ostacolo alla realizzazione dei mondi virtuali è stata la logistica: oggetti e passaggi dovevano essere disegnati a mano, dilatando enormemente i tempi e i costi.
Ma tale problema sta venendo gradualmente mitigato da due grandi fattori: l’intelligenza artificiale e l’acquisizione 3D dei cosiddetti “gemelli digitali”.
Ma tale problema sta venendo gradualmente mitigato da due grandi fattori: l’intelligenza artificiale e l’acquisizione 3D dei cosiddetti “gemelli digitali”.
Attraverso sofisticate telecamere e software siamo oggi in grado di creare degli accuratissimi duplicati virtuali di spazi fisici in cui effettuare dei veri e propri tour virtuali. Nell’ultimo incontro del DIHV, organizzato con cadenza mensile, abbiamo avuto l’occasione di sviluppare un dialogo proficuo e profondamente interessante con Matterport Inc., azienda statunitense tra le pioniere di queste nuove tecnologie.
L’argomento è interessante e offre possibili spunti di collaborazione, che vanno approfonditi con equipe il più multidisciplinari possibile.