L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha deciso di includere il disturbo da videogames all’interno dell’ultima edizione della sua classificazione interna delle malattie. D’ora in poi quindi il disturbo da videogames sarà considerata diagnosi valida e riconosciuta a livello medico. L’OMS riconosce la nuova malattia con tre segni rivelatori chiave:
1.Controllo alterato sui giochi (ad esempio esordio, frequenza, intensità, durata, risoluzione, contesto);
2.Maggiore priorità data al gioco, nella misura in cui il gioco ha la precedenza sugli altri interessi della vita e sulle attività quotidiane;
3.Continuazione o escalation nell’uso dei giochi nonostante il verificarsi di conseguenze negative.
Potremmo riconoscere in molti dei nostri amici alcuni di questi sintomi stranamente familiari. Nella definizione del disturbo, però, vi è stata più di qualche critica per una svariata serie di aspetti; in molti fra medici e professionisti del settore health hanno descritto il disturbo come eccessivamente ampio e soggettivo. Molti evidenziano che l’impatto potenziale può differire notevolmente da persona a persona e da gioco a gioco.
Gli effetti sopra specificati condividono un terreno comune con altre attività che inducono dipendenza simili definite dall’OMS, incluso il disturbo dal gioco d’azzardo: "I disturbi dovuti a comportamenti di dipendenza sono sindromi riconoscibili e clinicamente significative associate a disagio o interferenze con funzioni personali che si sviluppano come risultato di comportamenti ripetitivi ricompensanti diversi dall’uso di sostanze che producono dipendenza", scrive l’OMS. "I disturbi dovuti a comportamenti di dipendenza includono disturbi del gioco d’azzardo e disturbi del gioco, che possono coinvolgere sia il comportamento online che offline".
Nonostante ciò che può sembrare un sintomo universale, tuttavia, l’organizzazione ci ha tenuto ad evidenziare che la prevalenza del cosidetto “gaming disorder” come definito dall’OMS, è in realtà "molto basso". Anche perchè come riferisce il Dr. Vladimir Poznyak, dell’OMS, alla CNN: "Milioni di giocatori in tutto il mondo, anche quando si tratta di giochi intensi, non si qualificherebbero mai come persone che soffrono di disturbi del gioco."
L’Organizzazione Mondiale della Sanità si sta muovendo per studiare e attuare terapie adeguate per curare questa dipendenza e tutelare persone e minori che possono imbattervi anche con iniziative strategiche atte a prevenire lo sviluppo e la diffusione di questa patologia.