L’evoluzione della guerra ibrida e gli strati del cyberspazio

La hybrid warfare (guerra ibrida) non è un concetto nuovo, l’utilizzo di mezzi violenti o non violenti, bellici o meno, con differenti valenze strategiche al servizio di obiettivi politici e non solo, caratterizza un modo di fare la guerra diverso che già da tempo esiste, si evolve e si trasformerà nel futuro.

Stati Uniti d’America e Russia nei decenni passati, con l’avvento delle nuove tecnologie hanno esplicitato numerosi esempi di hybrid warfare, sfruttando i propri apparati di intelligence pronti a sperimentare misure attive di minaccia e offensiva sempre differenti.

Nell’ambito della guerra ibrida, il cyberspazio sta avendo sempre più un ruolo da protagonista, rappresentando uno dei teatri principali dove USA, Russia e non solo, attuano le proprie tattiche internazionali. Il cyber spazio offre una via privilegiata e facile per combinare il conflitto con lo spionaggio, laddove le operazioni attuate su informazioni e software sensibili cambiano sempre più i paramentri dei combattimenti convenzionali.  Nel cyberspazio si può agire sotto copertura, in modo invisibile e istantaneo abbattendo i limiti di tempo e spazio, compiendo grandi distanze senza barriere fisiche con il focus sull’obiettivo strategico prefissato. La hybrid warfare diviene sempre più miscellanea di elementi politici, diplomatici, di intelligence, cyber e informativi.

La struttura del cyberspazio, componente che sta acquisendo sempre più rilevanza si può ricondurre a tre strati rilevanti: tecnologiacontenuti e comunicazionestrato socio-culturale.

Il cyberspazio, va specificato, è un’entita creata dall’uomo e derivante dalla tecnologia, composta da diverse componenti ognuna con il proprio ruolo distintivo: i computer, l’interfaccia alla rete wired o wireless, le comunicazioni digitali, router, server e dispositivi di memoria. Ma soprattuttp contenuti. Senza contenuti il cyberspazio sarebbe solo un guscio vuoto. I contenuti includono dati e informazioni, ma anche svariati strati di software in grado di attivare i dispositivi hardware, come protocolli di comunicazione, sistemi operativi e applicazioni. I contenuti combinati con le tecnologie permettono di realizzare un sistema di rete connettendo i singoli computer in vari luoghi e ruoli. La rete può includere personal computer, server e controller di altri dispositivi, pensiamo anche in grande, alle infrastrutture critiche che sono sempre più collegate alla Rete. Tramite attuatori e sensori, ecco che sono in rete anche dighe, reti elettriche, impianti industriali e gasdotti.

Proprio perchè comunque vi è la presenza dell’uomo, di dirimpetto ad entrambe le componenti, la piattaforma fisica e il contenuto in essa contenuta, il cyber spazio ha anche grandi aspetti socio-culturali. Integra una dimensione comunicativa e social mediatica, componenti non da poco che possono fornire più di una via da percorrere per manipolare la sfera informativa e influenzare l’opinione pubblica e le decisioni di policy.

Il cyberspazio, dunque, vanta un’influenza forte e consolidata nell’ambito warfare globale, per concludere, dopo aver elencato 3 strati fondamentali che lo rappresentano e che ogni addetto ai lavori deve tenere in considerazione, vi elenchiamo a seguire 3 azione di guerra ibrida condotte dalla Russia e fortemente legate al mondo cibernetico che hanno caratterizzato i tempi più o meno recenti testimoniando l’evoluzione in atto ivi evidenziata:

– Nell’agosto 2008, tre giorni prima dello scoppio della guerra in Georgia, un esplosione in Turchia ruppe l’oleodotto di  Baku, Tbilisi-Ceyhan e lo mise fuori uso per tre settimane. Secondo quanto confermato dalle agenzie di intelligence occidentali la Russia innescò l’esplosione mediante un attacco cyber che ha penetrato il sistema di controllo dell’oleodotto.

– Nel dicembre del 2014 degli hacker russi danneggiarono un impianto siderurgico tedesco di proprietà della ThyssenKrupp AG. Gli hacker penetrarono il sistema di controllo dell’impianto, in particolare il sistema di spegnimento di un forno di fusione portando dei danni enormi.

– Nel dicembre del 2015 sempre un gruppo di hacker russi identificati come il Sandworm team fu ritenuto responsabile per il blackout energetico nell’Ucraina occidentale, la prima interruzione elettrica pubblica in cui è stato esplicitamente rivendicata la causa di un attacco informatico.

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