WhatsApp: Fuga di dati?

WhatsApp si è ritrovata in contraddittorio con il garante della privacy italiano e quello dei suoi omologhi europei per aver annunciato, forse anche con poca chiarezza, le novità riguardanti le condizioni d’uso sulla privacy e sicurezza dei dati.

Che anno sarà il 2021 sono in molti a chiederselo, tra dubbi e garanzie nel rispetto di condizioni necessarie per mantenere un equilibrio all’interno del tessuto sociale nazionale ed internazionale. Tra rivoluzioni ed evoluzioni tech i social hanno certamente un posto rilevante nella quotidianità non solo dei singoli cittadini ma anche delle istituzioni e delle aziende. È bastato che WhatsApp annunciasse che sarebbero cambiate le condizioni d’uso dei termini di servizio che si è ritrovata nel vortice delle polemiche. La novità vera riguarda la possibilità da parte delle aziende che usano il software di WhatsApp per comunicare con i propri clienti di poter avere accesso alle conversazioni per finalità di marketing.

WhatsApp al centro della polemica sulla privacy ma Facebook ci tiene a spiegare.

La App di messaggistica più utilizzata al mondo, con oltre 2 miliardi di utenti attivi una volta al mese, è stata comprata da Facebook, il cui padre è noto a tutti con il nome di Zuckerberg, nel 2014, inglobando successivamente anche Instagram ed ampliando così la sua famiglia di App. Tuttavia, poco dopo l’inizio di gennaio, WhatsApp aveva annunciato alcune modifiche che non sono passate inosservate dai garanti della privacy, che tanto si sono battuti in questi anni per mantenere la trasparenza dei dati. Effettivamente resterà la crittografia end-to-end per cui soltanto le persone che stanno comunicando hanno la possibilità di leggere i messaggi inviati, e, inoltre, Facebook continuerà a non poter utilizzare le informazioni presenti sul dispositivo da cui viene utilizzato WhastApp per l’invio di pubblicità o altri contenuti. Lo scalpore, in verità, è derivato dalla possibilità delle aziende che usano WhatsApp di avere accesso alle informazioni degli utenti per fini di marketing. Il garante per la privacy ha sottolineato la poca chiarezza e WhatsApp ha posticipato gli aggiornamenti.

Sull’accettazione dei nuovi termini di servizio il garante italiano ha avviato un’istruttoria evidenziando che WhatsApp “è stato poco chiaro e non idoneo” nella dichiarazione nei confronti degli utenti verso i quali dovrà continuare a mantenersi la manifestazione di volontà libera e consapevole sulla trattazione dei propri dati. Da WhatsApp hanno spiegato che tutto ciò che riguarderà le conversazioni tra privati resterà tale, mantenendo dunque la crittografia end-to-end e garantendo che non aumenterà la capacità di condividere le informazioni con Facebook. Basterà? Intanto gli aggiornamenti sono stati posticipati e l’entrata in vigore, fanno sapere, avverrà nel mese di maggio e non più febbraio, dunque senza l’eliminazione o la sospensione di alcun account a breve.

Fare acquisti su WhatsApp è un modello di business ancora non molto diffuso ma potrebbe diveltarlo in futuro.

WhatsApp Business è già attivo dal 2018. Consente di chattare con i clienti e conta circa 50 milioni di utenti aziendali. Ma la sfida, o lo scontro, sulle funzioni delle App lascia scenari aperti nonché non scontati considerando l’enorme potenziale che le App dei social hanno al loro interno: i dati. La privacy sulle informazioni che continuamente vengono raccolte per allenare gli algoritmi e rendere ancora più preciso l’incrocio dei dati deve tener conto però del sottile confine tra clienti e semplici utenti nel rispetto dei diritti e libertà fondamentali delle persone.

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