Il coronavirus batte anche l’Europa e domina parte del pianeta. Sta sfuggendo di mano il concetto di Europa, dinanzi al male si trova immediatamente comprensione e solidarietà. Sono momenti difficili e servono delle risposte immediate. Ma l’argomento viene trattato come una normale pratica.
Noi italiani abbiamo avuto un ruolo importane all’inizio della creazione di un’Europa unita. Sono passati molti anni e tutti ci siamo raccontati di crescita, niente guerra. Adesso è uno scontro quotidiano, si discute anche a tarda notte e magari di interessi personali e del proprio paese, miopi e non molto preparati su quello di cui dovrebbero occuparsi realmente.
Sembra non ci siano leader ma dei giocatori, prevalentemente bravi, che vogliono fare il salto verso la categoria superiore. A colpi di “è stato un incontro amicale e costruttivo”, “abbiamo trovato diversi punti di incontro”, “siamo sicuri di..” è un po’ difficile riuscire ad affidarsi al fatto che si stia lavorando per cercare un’alleanza vera per salvare il destino dell’Europa. Secondo voi è possibile andare avanti con queste eccellenti assicurazioni? Il coronavirus ne è una verifica! C’è una Europa che non condivide i nostri comportamenti e una Europa che prende come modello l’Italia. Ci sono stati dei rinvii ai tavoli europei ma ancora una volta è importante capire che bisogna prendere decisioni in tempi brevi. Camminare da soli, specialmente adesso, non consente di effettuare dei passi in avanti ma anzi. Siamo europei e ricordo, a titolo di cronaca, che sono stato autore e conduttore in Rai di una rubrica: “Italia chiama Europa”.
