Le isole pedonali compiono 30 anni

La prima isola pedonale italiana è stata varata a Roma, nell’area del Colosseo, il 30 dicembre 1980. Trenta anni dopo Aci e Legambiente indicano una strategia congiunta per “uscire dall’ingorgo”: 12 proposte per gestire la mobilità nell’ambito urbano, che riportiamo in sintesi.

1) Creare un’Authority o cabina di regia che possa proporre linee guida a livello nazionale per indirizzare le scelte politiche locali in tema di mobilità e trasporti, svolgendo un’attività di monitoraggio degli interventi attuati.

2) Inserire, mediante una apposita Legge quadro, l’obbligo della Valutazione di Impatto sulla Mobilità quale procedura preliminare in qualsiasi iniziativa urbanistica. Tale valutazione dovrà tenere conto di criteri generali per realizzare nuovi insediamenti, studiando l’uso del territorio e l’impatto sulla mobilità.

3) Stabilire criteri uniformi, da inserire in un’apposita Legge quadro, per i provvedimenti di limitazione alla circolazione dei veicoli nei Comuni. Tali criteri dovranno riguardare: l’indivi-duazione delle tipologie di veicoli per i quali è permessa la circolazione in base alle dotazioni tecnologiche disponibili (ad es. filtri antiparticolato, motori Euro 5, ecc.); l’individuazione di alternative di trasporto, al fine di assicurare ai cittadini l’accesso ai servizi cittadini; la definizione di una segnaletica uniforme che identifichi le zone sottoposte a limiti; la definizione di criteri valutativi dell’efficacia ambientale, basati su analisi “prima-dopo”, mediante cui misurare oggettivamente i risultati dei provvedimenti, da comunicare al cittadino.

4) Provvedere alla sostituzione dei mezzi pubblici di trasporto locale più vetusti, eliminando dalla flotta i veicoli Euro 0 e Euro 1, e sostituendoli con mezzi meno inquinanti. Incrementare le corsie preferenziali per i mezzi pubblici e distribuire ai Comuni fondi per il raggiungimento di standard qualitativi prefissati (frequenza e puntualità delle corse, numero di passeggeri, aumento delle linee, ecc).

5) Stabilire criteri di road pricing (tariffa di accesso ai centri urbani) solo dopo aver potenziato l’offerta di trasporto pubblico locale (TPL), in modo da non generare situazioni di svantaggio per le persone meno abbienti. Destinare tali introiti a progetti di mobilità sostenibile.

6) Finanziare l’ampliamento e la realizzazione ex novo di parcheggi di scambio e residenziali, al fine di liberare le strade dalle auto in sosta.

7) Ampliare, quanto a numero ed estensione, le isole pedonali e le “zone 30”; incrementare la diffusione di sistemi razionali di sosta a pagamento, con tariffe differenziate per zona e orario.

8) Rimodulare e semplificare il meccanismo che calcola il costo del bollo auto, in modo che esso sia rapportato ai livelli di emissione di CO2 e allo spazio occupato (si pensi ai grandi Suv) e non ai Kw di potenza. In tal senso si propone di trasformare il bollo da “tassa di possesso”, quale è oggi, a “tassa di circolazione”, ovvero proporzionata all’uso dell’auto e al consumo di spazio per il parcheggio, come avviene in base ai principi adottati in sede europea: “chi usa paga” e “chi inquina paga”.

Una parte del denaro raccolto con il bollo auto dovrebbe essere destinato a finanziare interventi supplementari per migliorare la mobilità urbana e il trasporto pendolare.

9) Realizzare nelle città le cosiddette “vie verdi”, strade su cui vietare la sosta e la fermata, in corrispondenza delle arterie di maggiore traffico urbano; ciò al fine di rendere più fluida la circolazione stradale.

10) Tenere presenti le necessità degli utenti deboli della strada (pedoni, ciclisti, disabili ecc.), assegnando adeguate risorse economiche alla realizzazione di reti di piste ciclabili e di attraversamenti pedonali sicuri.

Inoltre, sviluppare metodologie di valutazione dell’impatto sociale degli interventi sulla mobilità urbana, anche al fine di scongiurare situazioni di esclusione sociale. I dati attuali ne manifestano l’esigenza: 667 pedoni morti nel 2009, il 15,7% del totale, di cui la metà over 65 anni, e indici di mortalità massimi per i veicoli a due ruote: 295 morti in incidenti che hanno visto coinvolte biciclette, 212 i ciclomotori e 1.037 i motocicli, in totale più del 43% del totale esclusi i pedoni.

11) Sviluppare e promuovere strumenti di incentivo per la diffusione di car-sharing (auto in multiproprietà) e di car-pooling (utilizzo dell’auto in almeno tre persone).

12) Realizzare campagne di informazione per educare il cittadino ad un uso responsabile del mezzo privato in ambito urbano, al fine da indurlo a ridurre gli spostamenti in auto se non strettamente necessari (la “mobilità superflua”) e promuovere i corsi di guida ecologica (eco-drive).

Le proposte costituiscono un insieme di “buone intenzioni” a cui le Istituzioni non potranno facilmente aderire, stanti i vincoli di bilancio che l’attuale congiuntura economica impone. Per ora, quindi, ci si affida al senso civico dei singoli cittadini, nella speranza che un mutamento significativo nelle abitudini possa avvenire “dal basso”.

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