Il Ministro Marianna Madia: la digitalizzazione e la dematerializzazione del Paese

La Ministra per la semplificazione e la pubblica amministrazione è molto impegnata nel far decollare lo SPID (Sistema Pubblico per la gestione dell’Identità Digitale), da cui deriva quel PIN unico mediante il quale tutti i cittadini potranno accedere ad una miriade di servizi, ad esempio richiedere il proprio “certificato digitale” di residenza o controllare i propri contributi per la pensione. Per fare ciò grazie a questa innovazione è possibile utilizzare un codice personale unico. Marianna Madia entra nel vivo, dunque, sui concetti di digitalizzazione e dematerializzazione, semplificando per l’appunto la vita agli utenti che avranno meno preoccupazione e complicazioni nel ricordare numeri complessi e password.

I servizi collegati tra loro grazie alla rete SPID sono 650, sistema che viene diretto dall’Agenzia per l’Italia Digitale. Dal lancio di questa nuova opportunità per il cittadino, in cinque mesi, sono circa 300 le PA che hanno aderito. Si avvicina l’apertura della rete anche alle aziende private: con il ritorno dalle ferie, inizio autunno, molte aziende potrebbero firmare i primi contratti/accordi con l’AgID. Tutto è pronto, devono dare il proprio parere le autorità della protezione dei dati personali. Lo Spid consente o dovrebbe consentire di entrare anche nelle aree clienti di compagnie telefoniche, elettriche, e banche. Nel frattempo hanno aderito: Inail, Inps, Equitalia, alcune Regioni ed anche Comuni. Vi è anche il coinvolgimento delle Camere di Commercio e sarà attivato a breve giro, sempre tramite lo Spid, anche lo Sportello Unico delle Attività Produttive SUAP, piattaforma alla quale stanno aderendo circa tremila comuni. Hanno già aderito anche due università, la Sapienza e l’Università di Torino, il primo ateneo a rendere accessibile tutti i servizi online con lo Spid.

Dal punto di vista operativo per ottenere lo Spid si deve passare per mezzo di un provider, vale a dire un fornitore di servizi internet. Attualmente i primi tre sono Telecom Italia Trust Technologies (oggi TIM), Infocert e Poste Italiane. Una volta ottenute le necessarie credenziali di accesso, con l’iscrizione online, l’utente può inserire i dati sui siti di tutte le amministrazioni che fanno parte del circuito.

La situazione odierna: ogni servizio chiede identificazioni diverse creando all’utenza difficoltà operative. La partenza è stata modesta, anche in Inghilterra non è stata stupefacente, li lo Spid si chiama GOV. UK Verify. Per agevolare e ottenere maggiore efficacia nella diffusione è necessario rappresentare e comunicare meglio i contenuti di questi nuovi servizi e fornire le garanzie necessarie per la tutela dei dati personali, specialmente in tempi dove si parla spesso di cybersecurity, data center, cloud computing e la nostra riservatezza sembra sempre più in discussione.

Certamente al Ministro servirà ancora molto coraggio e impegno, che ci sentiamo di augurargli, per lo sviluppo di questo notevole servizio identificativo, sistema che trasformerà seriamente l’accesso ai servizi del cittadino e che si caratterizza come il più delicato e importante strumento identitario dopo il codice fiscale.

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