Tim verso la svolta

Amos Genish si trova a difendere cose non semplici, discorsi iniziati da altri, ma non sempre convergenti. L’Amministratore Delegato di Tim può contare su quadri e dirigenti qualificati che hanno lavorato secondo le strategie dai vari capi azienda, ora deve affrontare il nodo della Rete, che fino a diversi anni fa vedeva la società tra il V e il VI competitor a livello mondiale, ma ahimè è solo un ricordo. Oggi l’AD deve pensare a circa 3 miliardi di debiti, ad un bilancio con delle voci molto importanti, citandone solo una: la società è quotata in borsa.

L’idea di costituire una società a parte è buona, a partire poi da un aspetto patrimoniale che viene considerato in un bilancio consolidato, che rappresenta la situazione economica e finanziaria del gruppo.

Parlare delle probabilità che l’AD lasci o meno Tim è solo una mera esercitazione della “Comunicazione”. Genish è un dirigente preparato ed ha una notevole esperienza, sia come imprenditore che come manager, difficilmente commette errori; è una persona che va via quando e come vuole e che del richiamo “posto fisso” non ne considera nemmeno il significato.

L’Authority della Comunicazione deve avere un ruolo tecnico, tutelando l’intero Paese e non è facile. Il piano rivoluzionario della nuova società che va verso il digitale (DigiTIM), salva il brand TIM, aggiunge “digitale”, ed è 100% capitale Telecom. Elementi come 5G, BigData e Sicurezza la faranno da padrone. L’obiettivo a breve è quello di garantire la qualità della Rete, servizi all’avanguardia, rispettando la normativa Agcom relativa trasparenza e controllo della parità di accesso a tutti gli operatori di TLC. Già oggi è assicurata dall’equality of input, in aggiunta all’equality of output, e prevede una road map degli investimenti per la banda larga. Vuol dire anche che regge il principio della parità di input e di risultati, il level playing field, ovvero quel principio per cui viene confrontato il rendimento delle unità o delle parti, svolgendo un confronto equo delle loro prestazioni richieste, visto anche per una varietà di scopi.

L’AD deve muoversi su diversi fronti: la competizione, i debiti, il rinnovamento digitale, giovani che prima devono essere qualificati e poi affiancati da “esperienza” lavorativa, ma con linguaggio e competenze necessarie al rinnovamento. Serve conoscere l’azienda per poi poter competere. Necessaria molta formazione, magari con accordi-quadri con entità esterne (Sentieri Digitali Business School), con la presenza di 2/3 giovani per mercato e strategy, anche a titolo gratuito previo accordi.

Ad Amos Genish auguro buon lavoro, occorre agire con perseveranza, come direbbe qualcuno: a “testa bassa”; ed avere obiettivi precisi e puntuali con flessibilità, dinamismo e un buon monitoraggio per eventuali correzioni in corso.

Francesco Chiappetta
Il prof. Francesco Chiappetta, manager d'azienda, è stato docente universitario di vari atenei. Ha profonda esperienza comprovata da incarichi importanti in azienda leader nel settore delle telecomunicazioni. La sua esperienza diversificata ha l’obiettivo di fornire consulenza direzionale, innovativa e approfondita. E' iscritto all'albo dei giornalisti dal 2005, successivamente nel 2007 pone un’iniziativa editoriale, per la società Si -ies, fondando Sentieri Digitali E-magazine di creatività e tecnologia per la comunicazione d’impresa. L’obiettivo di Sentieri Digitali è dedicato alla Comunicazione d’impresa in senso lato: ovvero dalle grandi imprese alle pmi e gli artigiani, dai professionisti alle PA, dal Marketing agli obblighi d’informazione per le società quotate. L’intero contesto dell’e-magazine è incentrato sui passi evolutivi della trasformazione digitale.

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