Una analisi macroeconomica … semiseria

Si può intervenire sul malato durante un infarto in atto con una aspirina?

Può un signore molto ricco, ad esempio, un latifondista, andare fallito?

E ancora: si può parlare di crescita in altezza quando un paziente ha l’osteoporosi diffusa a tutto il corpo?

La risposta è: SI. Che ci piaccia o meno, di questo si parla quando si parla di politica economica italiana.

Leggiamo alcuni dati significativi (cioè facciamo la diagnosi al malato): rapporto tra prodotto interno lordo e debito finanziario in Italia per il 2013: 121.3%; ovviamente al netto del debito commerciale. Ancora: rapporto tra prodotto interno lordo e capitalizzazione di borsa per il 2013: 28,1%.

Quali sono le informazioni che sono contenute in questi due semplici indici? Il primo indice ci avvisa che lo Stato italiano si è già speso tutti i soldi (e qualcosa di più) di quello che produrranno i suoi cittadini il prossimo anno. Non le tasse che escuterà, ma TUTTO il reddito corrente dei suoi cittadini. Una quantità enorme di debito. Il secondo indice ci informa che la Borsa italiana è inesistente nei fatti. A semplice titolo di comparazione la borsa francese capitalizza il 69.8% (anno 2012) rispetto al prodotto interno lordo. Quella del Regno Unito il 122.7%.

A che serve questo noioso indicatore? Cosa succederebbe se questo indicatore fosse a ZERO per l’Italia, cioè la Borsa italiana fosse definitivamente chiusa? Significherebbe che i grandi investitori istituzionali, fondi pensione e assicuratori, andrebbero sulle Borse estere a investire il loro attivo di bilancio, dando risorse economiche (il capitale di rischio) ad aziende estere.

La conclusione di questi semplici indicatori statistici è che il nostro malato, lo chiameremo ironicamente Sansone, ricco signore latifondista, con un infarto in corso e che per di più desidera grottescamente “crescere” pur avendo l’osteoporosi, o subisce una cura choc, o lo possiamo pure dare per spacciato, per di più tra le risate della comunità internazionale. Il brutto della storia è che non muore solo lui. Muore Sansone e tutti i filistei, noi cittadini italiani.

Fuori di metafora: esiste una cura salvifica per questo nostro Stato moribondo? Direi di si e pure di facile attuazione e senza troppo intaccare i famosi interessi di casta e poteri forti, delle cronache. Entreremo un po’ più nel tecnico.

Lo Stato italiano è riccamente patrimonializzato: possiede per lo meno tanti beni al sole (immobili e partecipazioni azionare) di quanti debiti ha contratto.

Prima operazione: costituzione di una “good company” (in linguaggio tecnico si direbbe “funding vehicle”). Alla good company si apportano tutti quei beni al sole necessari a renderla un veicolo dotato di valutazione creditizia massima: la famosa AAA, come era la Repubblica Italiana prima del suo crollo nel 1992, durante la “tempesta valutaria” come venne chiamata (io la chiamerei piuttosto “la resa dei conti” … in tutti i sensi). Questa prima operazione dovrebbe essere lanciata con un annuncio del Presidente del Consiglio: “tutto il debito a lungo termine (sopra ai 7 anni) in scadenza futura sarà rinnovato per il tramite della good company”.

Il risultato? Immediato. I prezzi sui titoli italiani correnti al momento stesso dell’annuncio, schizzerebbero in alto per la rinnovata credibilità finanziaria dovuto al novello “asset-based lending” della Repubblica Italiana, con pari discesa del costo della provvista finanziaria. Le banche si troverebbero immediatamente con delle plusvalenze su titoli in bilancio che le invoglierebbe immediatamente ad aprire la borsa dei loro finanziamenti alle imprese. Le agenzie di rating metterebbero sotto osservazione lo Stato italiano finalmente per riportarlo “nel salotto buono” della finanza, con tutti i benefici che ne conseguono.

Seconda operazione: detassazione delle aziende che si quotino in Borsa e benefici per gli investitori istituzionali che ci investano; ma soprattutto forte impulso alle attività di “angel investing” e crowdfunding e crowdfinancing (dove soldi e idee imprenditoriali si incontrano); venture capital, private equity anche attraverso forte impulso allo sviluppo di boutique di investimento. In poche parole: facilitare l’incontro tra capitali e idee.

Terza operazione: ridimensionamento dell’apparato statale e para-statale, ma assorbito questa volta da un potente motore di sviluppo che si chiama “libera iniziativa privata”.

In sintesi: il tempo dello “Stato pasticciere” (o “pasticcione”, per chi pensa male) è tramontato. La funzione dello Stato è quella di neutro regolatore dell’attività del privato, in una ottica di economia sociale dove tutti possano godere lo splendido rinascimento economico italiano che verrà, guidato dalla creatività di questo popolo meraviglioso e geniale – o diabolico – che siamo.

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