Donne Leader

“Non ti sposare. Se proprio devi farlo, allora non avere figli”. Così ha esordito il generale canadese Christine Whitecross, Comandante, Nato Defense College, per portarci la sua testimonianza su come ha abbattuto certi stereotipi quando le è stata detta quella frase dal suo superiore come monito per la sua carriera. Testimonianza approdata al Centro Studi Americani dove ho avuto l’onore e il piacere di ascoltare queste donne-leader per il terzo ciclo di incontri “Women Bridge the Ocean”.
 
Il focus trattato è stato il tema della leadership che sta diventando un ambito nel quale le donne stanno facendo sempre più conquiste e in numerosi settori: dal business, alla PA alla difesa. Non è un segreto e tantomeno un mistero che le donne in passato siano state “punite”, forse proprio dalla società, per il sol fatto di avere questo status. È stata dura farsi rispettare e farsi valere in un mondo in cui ha regnato la disparità di genere.
 
“Le donne sono state abituate a lottare per avere un posto di lavoro. Da qui nasce- secondo Nunzia Ciardi, Dirigente della Polizia di Stato e Direttore del Servizio Polizia Postale e delle Telecomunicazioni- una maggiore competizione rispetto alla solidarietà che può esserci fra gli uomini. Ma proprio perché le donne sono competitive e agguerrite sono riuscite a capovolgere la visione che gli altri hanno, attraverso le capacità di coordinazione e mediazione. Sono come dei “facilitatori” per sé stesse e per gli altri. Hanno assunto col tempo anche cariche e poteri politico-governativi importanti.
 
Il Prefetto di Roma- Alessandra Guidi- ha esposto con vibrante soddisfazione i progressi fatti per l’accesso alle donne alla carriera prefettizia. Ha sottolineato quanto le donne sono capaci di raggiungere compromessi, inevitabili a volte, per far sì che “l’upgrade corra con registri compatibili non solo con il mondo delle donne ma con la società stessa”.
Ed è proprio questo tipo di società che sta portando ad una distruzione dei valori fondamentali, complice la tecnologia, che ogni giorno vacillano sul palcoscenico della rete di internet e social network. Progresso da un lato e arretramento sulla faccia più sgradevole della stessa medaglia.
 
La tecnologia può essere nemica della società ma in particolare delle donne che sono i bersagli più facili da attaccare. Stiamo parlando dei reati tipici di sicurezza cibernetica in cui la vittima è tipicamente femminile: la cd. “vendetta pornografica”. Non c’è rispetto della dignità della donna che viene insultata e sottratta della sua privacy. Il deterrente a questi atti di vigliaccheria, tra i maggiori, è quello del cambiamento culturale. Con l’istruzione e la conoscenza approfondita dei ruoli nella società, come si evolvono e quali sono invece i valori e principi fondamentali che restano invariati.
 
Dovrebbero farsi delle lezioni sul concetto di “Cittadinanza Digitale”: in un mondo così connesso e senza confini, siamo diventati anche dei cittadini digitali ma forse non abbiamo le giuste competenze che ci mettono in grado non solo di utilizzare la rete e gli strumenti tecnologici con abilità, ma anche padroneggiare i concetti di sicurezza e Privacy. Conoscere i rischi e le regole, l’educazione e il rispetto di partecipare alla vita pubblica con gli strumenti digitali manifestando la nostra personalità e cogliendo le opportunità che internet ci offre.
 
Comunque, il Generale Whitecross oggi ha 4 figli ed è sposata da 31 anni.
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