In questi giorni abbiamo avuto modo di analizzare l’andamento dei quotidiani del nostro Paese e la relativa evoluzione. È emerso con particolare sorpresa che le prime 5 testate che operano su carta e sul digitale abbiano i seguenti numeri: il Corriere della Sera è il primo con 271.872 copie complessive (carta più digitale); La Repubblica 202.143; Quotidiano Nazionale-QN 188.769; La Gazzetta dello Sport 169.615; La Gazzetta dello Sport del lunedì 168.643.
Per quanto riguarda il rapporto diretto lettore-stampa, quindi in edicola, la situazione è la seguente: Corriere della Sera 191.178 copie; Quotidiano Nazionale-QN 180.953; La Gazzetta dello sport 152.728; Gazzetta dello Sport del lunedì 150.679; La Repubblica 145.368. Per ciò che concerne la diffusione tramite il digitale emerge: Il Sole 24 ore 79.125 contatti; Il Corriere della sera 65.622; La Repubblica 46,905; La Stampa 21.540; e in questa categoria troviamo anche come quinta posizione il Fatto Quotidiano con 13.749 contatti.
Tutto ciò fa molto riflettere in quanto molte di queste testate ed altre le vediamo quasi quotidianamente nei talk show televisivi e quindi hanno particolare visibilità rispetto a prima. Pertanto, la diffusione dei vari giornali dovrebbe essere non solo maggiore ma in questo caso con una pubblicità a costo zero. Cosa sta succedendo? Una delle riflessioni da fare è che molti giornalisti sono particolarmente schierati dal punto di vista politico perciò nessuno legge in quanto conosce il pensiero dell’interlocutore anzi, in alcuni casi, è fortemente controproducente dato che vi è il preconcetto da parte dell’ascoltatore che con il solo volto identifica la posizione politica del giornale. Qual è il rimedio? Sarebbe veramente interessante poter vedere chi fa il mestiere di giornalista/pubblicista di raccontare i fatti come in effetti sono- per comprenderci più o meno come il sistema anglosassone- mentre nel nostro paese in particolare, notiamo una presa di posizione spiccata politicamente in quanto si parla nel dettaglio dell’avvenimento che è di competenza, in maniera strettamente politica.
Probabilmente come tutte le cose ci troviamo dinanzi ad un cambiamento. Quando si parla di cambiamento si parla anche di cercare di adeguare linguaggio e comportamento altresì nei confronti dell’utenza e quindi sarebbe opportuno modificarsi e rinnovarsi, se possibile.
Per correttezza si riportano anche i dati che riguardano il quotidiano La Verità che ha avuto un incremento del 28% mentre hanno tutti indici in negativo: l’Avvenire – 2%, Il Corriere della Sera – 5%, Il Resto del Carlino – 6%, Libero – 7%, La Repubblica e Il Messaggero -8%, La Gazzetta – 10%, Il Sole, La Stampa e Il Fatto Quotidiano -12%, Il Giornale -14% (Ads).
La preoccupazione non è solo per il numero di copie in meno ma la poca attenzione da parte del cittadino- consumatore, che si evince da questi numeri, che probabilmente legge meno. Può essere anche un fatto che riguarda la ristrettezza economica e quindi della crisi? Certamente questo fattore è da considerarsi incide ma veramente molto relativamente.