Nel buio di Parigi il movimento popolare reazionario “Nuit Debout”

Trasporti bloccati, aeroporti a rischio, ferrovie in tilt, minacce concrete di eventuali attentati durante gli Europei e le copiose piogge torrenziali. Non è un set di Hollywood, ma una Parigi sulle ginocchia, stanca, a terra come quei rifiuti per le strade che ormai non raccoglie più nessuno. Questo è lo sfondo sul quale si stagliano da settimane giovani e adulti, persone di tutte le età, tra brusii e discorsi a Place de la Republique. Sono loro gli appartenenti al Nuit Debout, il movimento sociale nato in seguito alle proteste contro la proposta di Riforma del Lavoro avanzata dal Governo Hollande. Sono loro i partecipanti a queste “notti in piedi” che iniziano ogni pomeriggio e durano fino allo sgombero che arriva a lacrimogeni e manganelli in una piazza divenuta un simbolo, un luogo di aggregazione e di riflessione su come costruire una alternativa sociale.

Hanno obiettivi chiari, lineari, ma più ampi rispetto a quelli tipicamente sindacali e, seppur apparentemente vicini alla corrente socialista francese, ne criticano in modo aspro le posizioni riguardo le questioni ambientali, l’occupazione giovanile e la questione dei rifugiati. Un movimento che dunque non si identifica con niente di tutto ciò che offre oggi la vetrina politica nazionale e che si caratterizza per la sua azione spiccatamente orizzontale. Decisi, attivi, a tratti violenti, ma soprattutto capaci di influenzare e coinvolgere piazze oltre i confini francesi, generando movimenti affini in Belgio, Portogallo, Spagna, Grecia. Ecco che allora sui social-network si diffonde a macchia d’olio l’hashtag #GlobalDebout, simbolo di un movimento in costante crescita e carico di pressanti richieste verso i rispettivi capi di Stato.

E non c’è solo l’opposizione alla legge del lavoro El Khomri (che prende il nome dal Ministro del Lavoro francese), ma una strenua richiesta di libertà e di poter mettere in gioco le proprie capacità in campo lavorativo. Si cerca di rendere effettiva la democrazia, si discute della politica e delle sue fondamenta. Lo si fa in piazza, con chiaro richiamo all’agorà greca, seduti per terra, in cerchio, disponendosi tra le varie commissioni. Vi è la commissione che tratta di multiculturalismo ed integrazione, quella che tratta i diritti delle donne in ambito lavorativo, quella che tratta di ecologia e molte altre ancora. Chiunque è libero di partecipare. Basta sedersi a terra e prenotare l’intervento mettendo il proprio nome su un foglio di carta, nonostante l’ingerenza costante del governo che cerca di limitare i raduni, tra barricate e gas lacrimogeni, sfruttando lo status di Emergenza introdotto dopo l’attacco terroristico dello scorso novembre.

Al di là di ciò il punto cardine di queste proteste resta l’opposizione all’approvazione della legge del lavoro El Khomri, che porterà (a detta dei manifestanti) maggior potere di licenziamento alle imprese e uno spostamento sostanziale dalla contrattazione collettiva a quella aziendale, annullando di fatto il ruolo dei sindacati e riducendo molte trattative ad accordi tra impresa e lavoratori, compresa l’estensione delle ore di lavoro.

La partita, come si può notare, è tutt’altro che chiusa e prospetta slanci verso possibili scenari futuri. Proprio la crisi economica continentale e la sua sterile gestione da parte degli organi competenti continuano a favorire la diffusione di questo tipo di resistenza, nonché di conflitti affini. La rapidità sorprendente con la quale si accendono altrove nuovi focolai di lotta garantisce oggi che questo fenomeno non abbia carattere estemporaneo, ma che intenda radicarsi fino ad ottenere risposte governative concrete. Del resto la Francia per quanto riguarda movimenti reazionari e rivoluzioni che espandono la loro influenza nei paesi limitrofi e non rappresenta storicamente una nazione simbolica. Ciò non va sottovalutato dai vari capi di Stato, né deve essere sottovalutato il fatto che le ostilità siano venute alla luce proprio a Parigi. Una Parigi buia e martoriata dalla pioggia dove delle persone libere di ogni età, che agiscono di notte, cercano di far tornare a splendere il sole.

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