App, piattaforme, e web. I tre termini più pronunciati, studiati, criticati o adorati in questo periodo di pandemia. L’emergenza sanitaria ha fatto emergere tanti aspetti lacunosi e farraginosi ma ogni Regione sta cercando di rimediare come meglio può. A partire proprio dall’assistenza ai pazienti, Covid e non Covid, e dei cittadini tutti specialmente per contenere e provare a rallentare i contagi. Per quest’ultima sfida è sul banco la App “Immuni” – scelta dal governo per gestire l’emergenza sanitaria– ma le iniziative si sono estese anche tra i singoli territori in cui si è registrato un aumento delle visite mediche a distanza. È la telemedicina che si sta facendo strada imponendo una riorganizzazione del sistema sanitario per garantire efficacia ed efficienza del rapporto tra medico-paziente.
Questa assistenza avviene tramite gli strumenti tecnologico più comuni e secondo il Financial Times Il Royal College of General Practitisioners del Regno Unito, ovvero l’organismo professionale dei medici di medicina generale, ha riscontrato che nelle settimane precedenti al 12 aprile circa il 71% delle visite mediche erano state effettuato da remoto. Nello stesso periodo di un anno prima le medesime visite di routine erano state circa del 25%. In Italia anche si è registrato un aumento delle visite/consulti da remoto grazie anche alle iniziative partite dalle singole Asl delle regioni per cui si sono registrate, secondo Altems (il laboratorio sui sistemi informativi sanitari- Università Cattolica del Sacro Cuore) più di cento iniziative indipendenti di telemedicina intraprese dall’inizio di marzo. Parliamo di consultazioni dei siti istituzionali di Regioni e Aziende sanitarie locali oppure interviste ad esperti e/o referenti d’azienda.
Ancora una volta il digitale ci soccorre ma è fondamentale che le soluzioni ricche di buone intenzioni non restino fini a sé stesse e possano fruttare davvero per ottenere una efficienza migliore a livello assistenziale. I dati raccolti sulle piattaforme, App non restino isolati ma vengano integrati per consentire una collaborazione efficiente nella prevenzione per il contagio, avendo sempre in mente l’importanza della protezione dei dati personali.