Il nostro è un Paese attento a tutto, le notizie girano velocemente e agli italiani piace chiacchierare ma sono anche capaci di fare analisi e ricerca.
La qualità della vita è un bene universale, chi è quel soggetto bizzarro che vorrebbe vivere male? A tal proposito, il Sole 24 Ore ha concluso la sua 30ª edizione del report sulla qualità della vita e del benessere delle città italiane. Dal 1990, ogni anno, è stata erogata questa indagine che stila la classifica di 107 aree italiane, fra province e città metropolitane. Il ranking avviene sulla base di indicatori specifici, inizialmente erano 36 ad oggi sono arrivati a 90. Interessanti le differenze tra macro-aree tematiche: "Ricchezza e consumi", "Affari e lavoro", "Ambiente e servizi", "Demografia e società", "Giustizia e sicurezza", "Cultura e tempo libero".
La classifica 2019 conferma Milano in prima posizione e nuovamente in ultima posizione una città del sud, Caltanissetta. Roma scala qualche posizione e arriva 17°, mentre Torino sale al 33°. La Top 10 vede le città del nord prevalere, con il podio che si conclude con Bolzano e Trento, mentre le ultime dieci confermano le regioni del sud, Puglia, Calabria e Sicilia.
Da notare le discese rispetto al 2018 di Gorizia (da 10° a 34°) e Belluno (da 34° a 51°), notevoli, invece, le scalate di Monza-Brianza (da 23° a 6°) e Parma (da 29° a 10°).
Fa riflettere che le città al nord in cui ci sono fabbriche e industrie migliorano e sono in vetta anche nel settore di “ambiente e servizi”, mentre il nostro meridione privo di fabbriche rimane tale, anzi, e meno male che Taranto su 107 province è al 90º posto. I risultati sono riportati dai maggiori quotidiani italiani che certamente i nostri burocrati, politici e governatori leggono.
A cosa serve sorprendersi quando si parla di ambiente e di salute e quindi della qualità della vita? Viene da pensare che non vi è una presa d’atto, ma una presa di visione che nessuno prende sul serio. In tanto si scrive, senza tenere conto dei risultati dell’ARPA, dei centri di ricerca.
Inoltre, abbiamo una categoria speciale di lettori, cioè quella schierata politicamente, che legge i dati in chiave politica a seconda di chi ha la responsabilità, sia a livello di governo centrale che a livello locale. La posizione di costoro serve come terapia di comportamento ai cittadini, ovvero dare voti ai politici senza fare un confronto oggettivo, seppur vi sia la rete che cerca di farci fare un confronto di letture; bisognerebbe avere maggiore contezza e obiettività in fase di analisi e valutazione e un maggiore rispetto verso gli altri e verso sé stessi.
Con il nuovo anno ci auguriamo un meridione migliore e meno dislivello tra Nord e Sud. Serve un benessere universale.