Serge Latouche all’Università RomaTre spiega l’obsolescenza programmata

Serge Latouche, classe 1940, uno dei più letti, amati e discussi studiosi contemporanei, economista e filosofo francese, professore emerito all’Università di Paris XI, aspetto sobrio e modi cordiali, è considerato attualmente il massimo esponente mondiale teorico e divulgatore della ”filosofia della decrescita” che è pensata come alternativa allo sviluppo senza limiti, risposta alla tirannia del Pil e alla febbre da spread e che contesta radicalmente e sistematicamente molti dei concetti dominanti dell’attuale dottrina economica. “Colonizzata dalla logica finanziaria – scrive Latouche nel suo recente saggio “Limite”- l’economia è come un gigante senza equilibrio che sta in piedi solo grazie al fatto che corre senza mai fermarsi, travolgendo tutto al suo passaggio”.

Serge Latouche è stato invitato a Roma il 20 novembre scorso, ad un anno esatto di distanza dalla conferenza che vi aveva già tenuto, sempre all’Università Roma Tre, per una lectio magistralis dal titolo “Un futuro possibile solo ritrovando il senso del limite? Lo scandalo dell’obsolescenza programmata”, tenutasi nell’aula magna della Scuola di Lettere e Filosofia dell’Università Roma Tre con la tenace organizzazione di Carlo Castorina: toblach50@hotmail.com. L’Aula magna dell’Ateneo era forse meno gremita dello scorso anno e non c’erano ad aspettarlo lo stuolo di telecamere e giornalisti che si erano visti nel 2012, ma il suo nuovo libro sulla "obsolescenza programmata" rappresenta una critica sempre più lucida e spietata della società consumistica ed edonistica ormai votata all’autodistruzione per esaurimento delle risorse.

“La decrescita – ha affermato Latouche- non è né una strategia, né un programma. E’ l’antidoto naturale messo in atto dalla Terra contro un sistema culturale suicida. Sono stati fatti più danni dall’uomo e dalle sue tecnologie, molti dei quali irreparabili, negli ultimi due secoli che nei milioni di anni dell’evoluzione della specie e solo riscoprendo il senso del limite la vita umana potrà avere un futuro sul pianeta Terra. La cultura della iperproduttività ha infatti esasperato i consumi, costringendoci a sottostare alla legge dell’obsolescenza programmata.”

L’oligarchia economica e finanziaria globale che ci governa ci sta portando quindi ad un passo dall’autodistruzione e i cittadini devono prepararsi al cambiamento che inevitabilmente si aprirà, cominciando a liberarsi dalla "tossicodipendenza" dei consumi che ha reso "usa e getta" perfino gli esseri umani. L’obiettivo primario è quello di uscire dalla attuale società dei consumi basata su una triplice illimitatezza. Del prodotto: bisogna produrre sempre di più e cosi si distruggono sempre più risorse. Del consumo: che implica la creazione di bisogni artificiali. E illimitatezza di rifiuti e inquinamento. La società dei consumi usa infatti tre molle: la pubblicità, che ci rende insoddisfatti di quello che abbiamo e ci fa desiderare quello che non possediamo; il credito che ci dà i mezzi per consumare anche laddove non sono disponibili risorse e l’obsolescenza programmata, che ci obbliga a consumare sempre prodotti nuovi".

Questa obsolescenza programmata è qualcosa di cui proprio tutti abbiamo esperienza: manufatti e beni che non si possono riparare per colpa delle componenti meccaniche o di elettronica, oppure che costa meno ricomprare piuttosto che riparare. Essa è in realtà una obsolescenza incorporata perché il sistema è quello di produrre beni con un elemento pianificato coscientemente di errore o debolezza anche se Latouche ammette che vi sono difficoltà tecniche nel dimostrare in modo chiaro che questi "vizi" sono volutamente inseriti nei manufatti. Con obsolescenza programmata non si intende altro che il processo di adulterazione sistemica del prodotto che prende piede con il capitalismo negli Stati Uniti degli anni trenta, ma che è conosciuto fin dagli albori della storia. Una sorta di data di scadenza anticipata che apre la strada all’era dell’ “usa e getta”. Dagli anni ’60 ad oggi la produzione, che segue le leggi dell’economia finanziaria, risponde al principio del monouso; una cultura dell’obsolescenza programmata diventa talmente radicata da ridefinire il ruolo dell’individuo stesso che finisce così per essere esso stesso da “buttare”, ritrovandosi sostituito dalle macchine. L’economista ha infatti citato come esempio il cartello sulle lampadine elettriche stabilito nel Natale del 1924 con un incontro segreto a Ginevra tra industrie, che concordò un limite di 1.000 ore alla durata di vita delle lampadine. E come controprova ha citato il caso della lampadina della Caserma dei pompieri a Livermore, in California, accesa fin dal 1901 e che oggi viene costantemente tenuta sotto controllo da una webcam: (http://www.centennialbulb.org/cam.htm). "Continua a resistere e intanto le webcam vanno sostituite: se ne sono già rotte tre o quattro", ha ironizzato, con i consueti modi affabili, Latouche.

Come affrontare dunque quest’obsolescenza sistemica? Latouche ritiene che l’unica strada possibile sia quella di uscire dalla società dei consumi per entrare nella decrescita, fatta di frugalità ed austerità; entrare cioè in una società in cui non vengono creati nuovi falsi bisogni, ma soddisfatti quelli reali, ritornando ad un clima di abbondanza rispettosa dei diritti dell’uomo e dell’ambiente. L’unico antidoto, come ricorda Latouche, è proprio la consapevolezza del limite e la sua traduzione in politiche ambientali di conservazione ed economiche di uguaglianza e rispetto sociale.

Latouche ha poi invitato Francia e Italia a uscire immediatamente dalla tragica Eurozona, in modo da non attendere la rovinosa e catastrofica fine prevista. Secondo Serge Latouche infatti, "l’euro ha i giorni contati" e nonostante l’attenuarsi delle tensioni di mercato, alla moneta unica restano al massimo "due, tre o cinque anni". Le oligarchie economico-finanziarie mondiali vorrebbero infatti conservare l’euro, perché è più facile gestire un’unica ampia regione, piuttosto che diversi stati con monete proprie. “E sono le stesse oligarchie”, continua Latouche, “che screditano la teoria della decrescita, in quanto desiderose di un aumento continuo dei consumi, i quali a loro volta vengono alimentati da un bombardamento pubblicitario volto a generare mode e stili di vita”.

Altri articoli dell'autore

Advertisment

Puoi leggere anche...

567FansLike
1,441FollowersFollow

Ultime notizie

Agroalimentare e la sua filiera

I lettori di Sentieri Digitali hanno avuto modo di comprendere l’impegno costante per un settore così strategico del nostro Paese e dell’Europa. Nell’ambito della...

L’acqua

L’acqua vuol dire vita e quindi è un bene primario. Senza fare polemiche è ben rappresentare che la rete idrica del nostro paese a dir...

Comunità Energetica

Il Clean Energy for Europe Package è basato su una proposta della Commissione Europea del Novembre 2016 e definisce gli obiettivi e la strategia...

Vuoi avere le notizie aggiornate ogni mercoledi?

Iscriviti alla newsletter

LinkedIn
LinkedIn
Share