Dagli anni ’90 ad oggi il “dato” ha cambiato abito.
Partiamo dalle competenze dell’autorità per la tutela dei dati personali. Il diritto alla privacy ha conosciuto una evoluzione nel corso di quarant’anni. All’inizio l’unica pretesa sottesa alla privacy era una esigenza morale: riservare determinate informazioni per preservare il rispetto per l’intimità della persona. Con lo sviluppo e innovazione tecnologica ed informatica, che ha totalmente sconvolto e modificato le abitudini di vita della società, la privacy è divenuta diritto in senso giuridico esigibile da ogni cittadino. Quest’oggi da mero diritto alla riservatezza si sente la necessità di riconoscere e garantire il diritto alla privacy anche come diritto alla privacy anche come diritto alla protezione dei dati.
Il Garante privacy sostiene che il diritto alla protezione dei dati personali è un diritto alla libertà.
Una formulazione interessante anche se avvicinata ai recenti casi come Cambridge Analytica, PRISM, Schrems, Google Spain, Face App che sembrerebbero dimostrare l’esatto contrario divenendo degli esempli conclamati di come i sistemi di protezione dei dati, spesso, possano incorrere in lacune.
Pensiamo alla rivoluzione digitale.
Si tratta secondo noi di un mutamento che ha aperto alla nuova società vie straordinarie alla conoscenza, alla partecipazione politica, sociale e al benessere. Molti sono i vantaggi apportati sia in termini di efficienza gestionale ed organizzativa, sia in termini di un miglioramento nel processo decisionale. Si pensi al ruolo e allo sviluppo degli strumenti di automazione, Intelligenza Artificiale (AI) avvenuta negli ultimi anni. Non a caso “rivoluzione” vuol dire anche “disordine” o “sconvolgimento”. Il dato ed in particolare il dato personale è diventato, infatti, la componente essenziale di un complesso ecosistema di operatori sul mercato, dati economici, raccolgono, producono, conservano, trattano, distribuiscono, analizzano, elaborano dati, fornendo servizi a vantaggio della collettività. I progressi dell’informatica e delle telecomunicazioni hanno aperto la strada ad innovative soluzioni per acquisire, immagazzinare ed elaborare quantità di dati prima inimmaginabili.
Ecco che siamo arrivati ai Big Data, al Cloud Computing, all’Internet of Things. Siamo ormai come grandi latifondisti dei dati. Il dato in vent’anni è cambiato totalmente. Oggi il dato è un mezzo strategico per la gestione di un’impresa. L’articolo prende spunto da una lezione in Luiss circa l’elaborazione dei dati del 1996 con due ruoli diversi e con piacere che si è cercato di sviluppare le conoscenze dei metodi e delle tecniche per la realizzazione e la gestione dei sistemi informativi ad un concetto evolutivo che ci porta ai Big Data e Cloud Computing.
Contributo a firma della Dott.essa Laura Avagnina e del Prof. Francesco Chiappetta – Presidente SI-IES.