Il Recovery Plan
Il Recovery Plan è entrato nelle case dei cittadini in maniera presente, ma con diversi dubbi. La comunicazione erogata ha confuso molto la percezione del messaggio. Il nostro Governo ha il compito di elaborare un piano casa che è stato prodotto, ma con esito negativo.
La bozza
La bozza del Recovery Plan contiene troppi interventi rubricati come aggiuntivi rispetto al deficit previsto nei piani di finanza pubblica. Infatti, essa contempla misure per 223.9 miliardi, ma la quota finanziata dalla facility comunitaria si ferma a 209,5 miliardi. Le informazioni contenute nel documento non consentono di verificare se si prevede che il profilo dell’indebitamento netto associato all’utilizzo dell’FSC, per la componente anticipata nell’ambito del PNRR, resti invariato rispetto alle previsioni tendenziali. Sembra che il fondo di sviluppo e coesione inserito nel PNRR non è aggiuntivo rispetto ai tendenziali. Gli interventi praticamente aggiuntivi rispetto ai tendenziali di finanza pubblica nel contesto della facility restano quelli finanziati con 65.9 miliardi di sussidi e con una quota da 40.7 miliardi di prestiti. I restanti 86,9 miliardi di bonus sarebbero impiegati in sostituzione delle risorse italiane per finanziare misure già inserite nei programmi nazionali.
Il PIL
Altro aspetto deriva dal PIL. Rispetto alle prime versioni dal 2.3% al 3% del PIL a regione dal 2026, non deriva da un aumento delle risorse destinate ai nuovi progetti, ma da un ridisegno che ha concentrato le risorse sugli investimenti pubblici a cui modelli macroeconomici attribuiscono un moltiplicatore maggiore. Il piano del nostro pease gira attorno all’argomento senza dare una risposta puntuale, tenendo anche presente la promozione della concorrenza con la trasmissione digitale, con gli incentivi 4.0 (vedi il nostro www.dihv.it), con la cybersecurity, con la banda larga ecc.
Titolo giusto, svolgimento errato
I tecnici di Palazzo Madama ribadiscono quanto espresso dalla Commissione Bilancio della Camera nella sua relazione sulle linee guida del Recovery Plan. La commissione si era soffermata nell’insoddisfacente dinamica della produttività italiana, penalizzata anche dalle barriere nell’accesso ai mercati. I deputati avevano tenuto presente le indicazioni della UE nell’affrontare le restrizioni, per il settore commercio al dettaglio, dei servizi all’impresa. In sostanza, ci sono degli impegni che il governo dovrebbe indicare, ma si limita a fare un tema con il titolo giusto, ma lo svolgimento è fuori tema.