L’assistenza tecnica e la Pubblica Amministrazione

Su richiesta delle amministrazioni centrali titolari di intervento PNRR, nonché delle amministrazioni locali, il Dipartimento Centrale della Ragioneria dello Stato presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) ha emanato una Circolare in data 24 Gennaio 2022 avente ad oggetto «Servizi di assistenza tecnica per le Amministrazioni titolari di interventi e soggetti attuatori del PNRR». Le amministrazioni, centrali e locali, possono avvalersi del supporto tecnico di società a prevalente partecipazione pubblica: si crea così il problema della rendicontazione dei costi relativi all’assistenza tecnica di cui all’art. 6 paragrafo 2 del Regolamento (UE) 2021/241.

Affinché vengano coperti i fabbisogni di assistenza tecnica, nonché la relativa rendicontazione dei costi – che ricordiamo secondo l’articolo 9, comma 2, del D.L. 31 maggio 2021, n. 77, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 luglio 2021, n. 108, essere inammissibili al finanziamento nell’ambito del PNRR – la Ragioneria dello Stato stipulato un accordo con Cassa Depositi e Prestiti (CdP), specificando che: «L’accordo, tra l’altro, prevede la possibilità che CdP fornisca supporto e affiancamento alle Amministrazioni centrali titolari di interventi del PNRR e ai soggetti attuatori a livello territoriale, nelle fasi di programmazione e attuazione delle linee di intervento, nonché per la progettazione ed esecuzione dei progetti». E che: «Il supporto di Cassa Depositi e Presiti si concretizzerà attraverso un piano operativo annuale definito di intesa con RGS».

L’Accordo quadro tra il MEF e CdP del 27 Dicembre 2021 definisce, all’interno degli interventi di sostegno alle amministrazioni, l’individuazione delle linee di investimento da realizzare attraverso procedure di partenariato pubblico-privato (PPP). L’assistenza tecnica fornita dalle imprese private sarà così confluita e relegata al solo PPP, mentre CdP, Invitalia, Sogei/Studiare Sviluppo potranno fornire assistenza tecnica in maniera autonoma e (potenzialmente) senza l’aiuto esterno di professionisti e imprese del settore.

Molti lavoratori, molti professionisti e società speravano di fornire il proprio contributo in maniera diretta alle pubbliche amministrazioni. Rendendo la procedura così macchinosa si rischia di scoraggiare le imprese alla collaborazione con la PA, tagliando fuori una cospicua fetta di investimenti da redistribuire sul territorio, necessari per la ripresa del Paese e al rilancio dell’occupazione.

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