La Storia dell’Abruzzo

L’origine dell’Abruzzo nella sua attuale configurazione è piuttosto complessa e risale alle vicissitudini dell’Alto Medioevo. All’atto della caduta dell’Impero Romano (476 d.c.) difatti l’Abruzzo come tale non esisteva e il suo territorio, in origine rientrante per lo più nella IV Regione Augustea (Sabina et Samnium), faceva parte, ma con confini diversi, della nuova Provincia Valeria (Riforma di Diocleziano anno 292 d. c.).

Il breve dominio Ostrogoto (circa una settantina di anni) e il successivo ancora più corto e tempestoso interregno Bizantino (dal 537 al 568) non cambiarono lo stato delle cose, mentre grandi novità intervennero con l’invasione Longobarda del 568. I Longobardi difatti suddivisero i loro domini nell’area centrale e meridionale d’Italia (a parte il Ducato di Tuscia che costituiva una entità a parte) in due grandi e importanti Ducati, quello di Spoleto e quello di Benevento, ponendone i confini sul lato adriatico al Fiume Pescara, includendo sulla parte appenninica l’Aquilano e il Fucino nel Ducato di Spoleto. In pratica il vero confine tra Centro e Sud d’Italia era costituito dal Fiume Pescara e dagli Altipiani delle Cinquemiglia e dell’attuale Parco Nazionale d’Abruzzo, e di questo confine se ne hanno ancora vistose tracce in molti aspetti diversificati della cultura abruzzese (dialetto, usi etc. ).

Come si vede, ancora non si poteva parlare di Abruzzo nella attuale configurazione, anzi la Regione addirittura ricadeva in due Stati ben differenti. Nel 774 il dominio longobardo terminò con la vittoria dei Franchi, i quali lasciarono però le cose sostanzialmente invariate, consentendo addirittura ad alcune dinastie longobarde di continuare a detenere il potere, salvo ovviamente il dovuto atto d’omaggio ai nuovi potenti.

Di questo stato di cose ne trassero adeguato profitto i Longobardi di Benevento che, dopo un iniziale atto di sottomissione ai Franchi e a Carlo Magno, si resero nuovamente indipendenti; accadeva così un fatto nuovo della massima importanza e cioè che il territorio a nord del fiume Pescara e degli Altopiani interni faceva parte del Sacro Romano Impero, mentre quello a sud era dominio del Longobardi di Benevento. Ma durò poco, perchè Carlo Magno mosse guerra ai Beneventani, guerra che terminò con un armistizio con il quale il re d’Italia Pipino (figlio di Carlo Magno)nell’anno 802 concordò con i Beneventani il riconoscimento della indipendenza del loro Ducato, ma anche la contemporanea cessione del Gastaldato di Chieti al Marchesato di Teramo: credo che questa possa a buon diritto essere considerata la data di nascita dell’Abruzzo nella sua attuale configurazione, anche se altri avvenimenti molto importanti dovranno ancora avvenire.

Vediamo difatti cosa avveniva nel medesimo periodo verso il lato tirrenico del Ducato di Spoleto, dove esisteva un altro Gastaldato di notevole rilievo e cioè quello di Rieti che grosso modo comprendeva una notevole porzione di Lazio, iniziando da Passo Corese nei pressi di Fara Sabina a non più di un trentina di km. da Roma, per arrivare ad alcune località dell’Umbria, fino a ricomprendere infine parte dell’attuale aquilano ed il Fucino:in pratica un dominio esteso su tre Regioni. I Franchi di Spoleto dopo la loro vittoria lasciarono pressocchè intatta la situazione del Gastaldato di Rieti fino all’843, anno nel quale esso venne scisso in due realtà territoriali separate, vale a dire il vecchio Gastaldato con sede a Rieti ed una nuova entità denominata Contea dei Marsi con sede a Celano: i famosi Conti dei Marsi che per tre secoli (esattamente fino al 1143) diedero vita ad una importante realtà politica autonoma, che non venna cambiata neanchè nel 962, quando i Franchi (o meglio i loro eredi) si ricordarono di Rieti ed imposero un loro"sovrano" sul Gastaldato (Bernardo "francisco"), il quale molto avvedutamente sposò una reatina "longobarda" (magari anche bella)e così tutto filò liscio; nell’occasione Bernardo, che doveva essere un grande furbacchione, confermo la Contea dei Marsi e ci mise a capo un proprio figlio.

La storia dell’Abruzzo ebbe però un finale assolutamente imprevedibile con l’arrivo dei Normani, formidabili conquistatori, predatori e organizzatori, i quali nel corso della conquista del loro Regno del Sud, quando seppero che il Gastaldato di Chieti in origine apparteneva a Benevento non se lo fecero dire due volte e lo invasero e se ne "riappropriarono" e siccome stavano da quelle parti tentarono di invadere anche il teramano. La Contea di Teramo non aveva la minima intenzione di accettare il nuovo dominio e ne nacque una lunga e sanguinosissima guerra che terminò con la distruzione di Teramo nel 1153, ben 80 anni dopo la costituzione del Regno Normanno: nell’occasione Teramo pur avendo pienamente ragione (che diritto potevano accampare i Normanni su Teramo?) non venne aiutata da nessuno.

Sull’altro lato (Contea dei Marsi) i Normanni non avevano alcun pretesto, ma già che ci stavano la invasero e se ne appropriarono (1143) e nessuno si sognò di protestare. Vista la situazione per loro favorevole, conquistarono purè Rieti(1146), ma i reatini saggiamente considerato l’andazzo avevano fatto atto di donazione del proprio territorio al Papa prima del loro arrivo e così, dopo 7 anni di occupazione, il Papa fece valere i propri diritti e i Normanni se ne andarono, senza però mancare di negoziare i confini a proprio favore; questa è l’origine dello stranissimo confine che per 700 anni ha privato Rieti anche del suo immediato retroterra.

L’impresa dei Normanni segnò le nascita dell’Abruzzo moderno, il destino del quale venne totalmente ribaltato, nel senso che da Marca di confine del Sacro Romano Impero, la Regione si trovò ad essere l’estremo nord del Regno del Sud per ben sette secoli. Quindi ha rappresentato un fatto storico di estremo rilievo non solo per la Regione, ma anche per la nostra storia nazionale.

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