Pensiamo alla pace

Gente per bene poco per bene o per niente tutti parlano di pace.

Sembra di affrontare un tema tipo l’innovazione oggi e parlare che serve l’innovazione ma nessuno fa niente o poco per cambiare e realizzare il cambiamento.

L’Ucraina chiede la pace ma ecco subito che vengono gli innovatori mettendo sul tavolo i due partiti, uno dei buoni, l’altro dei cattivi, uno favorevole e uno sfavorevole.

Quando succede un incidente automobilistico e c’è 1 uomo per terra nessuno di noi si pone la domanda chi è? Chi non è? Cosa fa? Cosa non fa? Bensì consideriamo l’evento grave e quindi è un’emergenza.

Abbiamo la possibilità di chiamare subito il 118.

Per quanto riguarda invece la pace il 118 è stato abolito e quindi il papa farà una visita a giugno, chi lo deve ricevere non si sa se è disponibile con le braccia aperte o per motivi del covid un cenno di saluto evitando cosi contatti fisici e dando spazio alla diplomazia che il tutto si è svolto secondo le regole del covid.

Poi si parla di sommosse, ma nello stesso tempo sparano notizie che migliaia e migliaia di persone ritornano nel proprio paese.

E’ un motivo nostalgico, di affetto, di depressione, di rischio, se è vero parlano di ritorno al proprio municipio.

Una riflessione viene semplice: non esiste una personalità di prestigio così alto com’eravamo abituati capace di mettere nel medesimo tavolo i suoi paesi che si incontrano e si scontrano.

È vero ed è anche retorica la frase che la pace nasce se c’è una mano tesa tra le parti, noi diciamo invece che quando c’è una mano tesa è semplice potremmo mandare un semplice parroco assolvendo entrambi.

Invece proprio perché la mano non è tesa è quindi difficile e bisogna chiamare un chirurgo di altissima specializzazione con un ortopedico accanto ed una macchina meccanica che prende gli altri superiori senza inquinamento mettendoli in contatto in maniera fisica e non cerebrale.

E ‘evidente che non è facile e tanto meno si ha esperienze del campo della diplomazia politica.

Cosa di chiede? Si chiede se è possibile un tavolo simbolico che può essere creato anche dal nostro paese mettendo intorno dei leader che non siano sempre le stesse persone che vanno bene per tutte le stagioni ad esempio un sant’Egidio che si sente chiamare più volte mettendo in crisi San Giacomo che non viene citato molto spesso e anche li non si parla di pace ma di inizio di conflitto santo.

Si ha bisogno di un la pira di turno intelligente, preparato, e capace di dialogare con il mondo.

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Francesco Chiappetta
Il prof. Francesco Chiappetta, manager d'azienda, è stato docente universitario di vari atenei. Ha profonda esperienza comprovata da incarichi importanti in azienda leader nel settore delle telecomunicazioni. La sua esperienza diversificata ha l’obiettivo di fornire consulenza direzionale, innovativa e approfondita. E' iscritto all'albo dei giornalisti dal 2005, successivamente nel 2007 pone un’iniziativa editoriale, per la società Si -ies, fondando Sentieri Digitali E-magazine di creatività e tecnologia per la comunicazione d’impresa. L’obiettivo di Sentieri Digitali è dedicato alla Comunicazione d’impresa in senso lato: ovvero dalle grandi imprese alle pmi e gli artigiani, dai professionisti alle PA, dal Marketing agli obblighi d’informazione per le società quotate. L’intero contesto dell’e-magazine è incentrato sui passi evolutivi della trasformazione digitale.

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