Al fine di poter dare un contributo nell’accoglienza dei cittadini ucraini che per motivi bellici hanno lasciato la propria terra per venire in Italia.
Il nostro pensiero in merito è che ogni città ospitante dovrebbe cercare di tenerli impegnati senza investirli di aspetti di tipo religioso, ma rimanere su una frontiera laica.
Sembra una contraddizione ma il posto migliore per poter fare eventualmente dei corsi è proprio nel contesto della parrocchia che potremmo definire punto di accoglienza per: integrazione e la lingua italiana.
Pertanto bisognerebbe creare una semplice piattaforma o un portalino con una sintesi del corso che possano frequentare presso la parrocchia 2/3 volte al settimana a partire dalle h 17,30 alle 19,30.
Il sistema di insegnamento dovrebbe essere unico sia per bambini e sia per adulti al fine di poter creare un dialogo dibattito tra madre e figlio su quanto appreso o capito durante la lezione.
Tra le materie bisognerebbe inserire anche una breve storia della città dove risiedono in quel momento e quindi se uno parla di Roma, cenni alle origini, alla popolazione esistente, cosa fanno, cosa c’è ed immediatamente un cenno ai servizi pubblici.
E’ un modo per tentare di integrare dei cittadini sfortunati in maniera semplice e senza rapporto di diversità tra i soggetti.
E’ molto interessante rendere la lezione di tipo interattivo vale a dire il docente parla di Roma e il discente può fare domande, curiosità ed arrivare quindi ad un dialogo.
E’ un modo elegante per parlare l’italiano e nello stesso tempo piacevole per il discente che per due ore di tempo dimentica la propria sofferenza.