Data Governance

Regolamento europeo

Per garantire la libera circolazione e utilizzo dei dati all’interno dell’Europa nel rispetto delle norme e dei valori europei è stata approvata dal Parlamento europeo la strategia Europea per i dati. L’Europa vuole diventare un leader nel campo della data economy entro il 2030. In particolare, l’Europa, punta alla realizzazione di un mercato unico di dati in cui dati personali e non personali possano essere adoperati dalle imprese e dai governi, per stimolare la crescita, potenziare le funzionalità della pubblica amministrazione e il livello di prosperità della popolazione.

Mercato unico

La realizzazione di un mercato unico di dati è per ovviare ad una serie di blocchi che stanno riducendo lo sviluppo dell’economia digitale europea, come: la frammentazione legislativa degli Stati membri in materia del trattamento dei dati, l’assenza di una regolamentazione formale degli standard d’interoperabilità e qualità dei dati e lo scarso sviluppo d’infrastrutture e tecnologie di dati sicure.

La Commissione europea ha organizzato la Strategia per i dati su quattro pilastri

  1. l’adozione di un quadro di governance intersettoriale per l’accesso ai dati e il loro utilizzo
  2. La promozione di investimenti nei dati e il rafforzamento delle infrastrutture e delle capacità europee per l’hosting, l’elaborazione e l’utilizzo dei dati
  3. La fornitura di strumenti alle persone e investimenti in competenze e PMI.
  4. Spazi comuni europei di dati in settori strategici e ambiti di interesse pubblico

La Commissione europea, infatti, ha proposto il Regolamento per la Governance Europea dei dati, cosiddetto Data Governance Act.

Scopo del regolamento

Lo scopo del Regolamento è di: rendere certi dati del settore pubblico disponibili per il loro riuso, specialmente in contesti in cui è soggetto ad altre norme, come il GDPR, facilitare la condivisione dei dati tra imprese, permettere che i dati personali possano essere utilizzati grazie alla creazione d’intermediari verificati, garantire un funzionamento aperto e collaborativo dei servizi di condivisione dei dati e permettere l’utilizzo dei dati a scopo altruistico.

In termini pratici si vuole:

  • la realizzazione d’intermediari neutrali con rigorosi requisiti a garanzia della tutela di riservatezza, divieto di utilizzo dei dati per proprio conto;
  • l’armonizzazione delle norme per il riuso dei dati del settore pubblico che si trovano al di fuori della Direttiva europea sugli Open Data, in cui verrà richiesta una clausola di non esclusività.
  • Verrà richiesto un equipaggiamento tecnologico adeguato, al settore pubblico che concederà il riutilizzo dei dati a garantire che le norme sulla protezione dei dati e sulla privacy;
  • l’istituzione di un singolo punto di accesso per ogni Stato Membro per supportare ricercatori e imprese innovative a identificare i dati più adeguati alle loro esigenze e la predisposizione di strutture per supportare gli attori del settore pubblico sia dal punto di vista tecnico che legale;
  • la creazione di moduli per il consenso standardizzati e di certificazioni ufficiali che incentivino la condivisione di dati in modo altruistico (dati volontariamente resi disponibili da individui o imprese senza alcuna remunerazione). Le imprese altruistiche potranno poi registrarsi come “Data Altruism Organization riconosciuta dall’Unione Europea”, guadagnandone in termini di prestigio e fiducia;
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