KAZAKISTAN: un paese sempre più in crescita

Da diverso tempo, insieme alla Si-IES mi occupo di seguire lo sviluppo economico di alcuni paesi dell’est, tra i quali, il Kazakistan.
I rapporti economici tra il nostro Paese e il Kazakistan risale ai primi anni ’90 nati grazie allo strategico settore dell’oil & gas che ha costituito il principale polo di attrazione per gli investitori nazionali a cominciare dal gruppo ENI che è presente nel Paese e ha contribuito a trainare l’afflusso di capitali italiani anche da parte di altre imprese nazionali di grandi e medie dimensioni (es. Tenaris, Renco, SICIM, Bonatti, Valvitalia, Rosetti Marino, Nuovo Pignone, Kios, Bedeschi, Ligabue ecc.).
Imprese altamente competitive sui mercati globali che hanno accompagnato non solo lo sviluppo tecnologico del settore energetico kazako ma lo stesso sviluppo dell’intera struttura produttiva di questo Paese, instaurando nella maggior parte dei casi eccellenti rapporti di partnership con le imprese locali. Sono infatti circa 40 le aziende italiane operanti stabilmente in Kazakistan, mentre le joint venture con imprese kazake hanno raggiunto il numero di 170.
Al di là del settore Oil&Gas vi sono ulteriori rilevanti investimenti italiani come ad esempio quello di Renco Spa che ha progressivamente esteso i campi di attività in Kazakistan passando dai servizi al comparto Oil&gas al segmento della gestione immobiliare per utenza affari (leadership di mercato), al turismo; IVECO che nel 2014 ha avviato la produzione di veicoli commerciali in collaborazione con una compagnia locale; Besana, colosso italiano della frutta secca e impegnato nella creazione di vivai e piantagioni ha, nel 2014, avviato attività produttive nel Kazakistan; e ancora la SDF Group che nel recente 2021,ha inaugurato la linea di produzione di trattori nel suo stabilimento di Kostanay
dove è presente con una joint-venture.
Le rinnovabili restano certamente un settore sul quale il Paese punta molto, anche per la crescente necessità di energia e l’obsolescenza delle centrali di epoca sovietica, anche in virtù del fatto che il Kazakistan, paese produttore di petrolio, non detiene sufficienti capacità di raffinazione e dipende da Paesi vicini per parte del proprio rifornimento energetico.
Nel 2012 il governo della Repubblica del Kazakistan ha adottato una strategia da sviluppare entro il 2050, che ha come obiettivo quello di creare lo sviluppo economico a lungo termine nel Paese.
Obiettivo piuttosto ambizioso che prevede di un uso per il 50% fonti energetiche alternative
(compresi gas, nucleare ed energia rinnovabile) attraverso un graduale smantellamento delle infrastrutture obsolete, un uso più ampio di carburanti alternativi, l’installazione di apparecchiature ad alta efficienza energetica e la conformità a rigorosi standard ambientali.
Ma le ambizioni del Kazakistan abbracciano anche settori diversi da quello energetico come la meccanizzazione agricola.
Il potenziale agricolo del Kazakistan è immenso al pari di quanto lo sono le necessità del Paese. Il Paese infatti dispone di 200 milioni di terre destinate all’agricoltura, di cui l’85% utilizzabili per la pastorizia e il 40% coltivabile (di cui una parte solo marginalmente).
Con tale enorme potenziale il Paese ha la necessità di ampliare e ammodernare il proprio parco macchine agricole che sono per l’80% rappresentate da macchine e attrezzature piuttosto obsolete e che necessitano di ammodernamento al fine di poter essere utilizzate per la cerealicoltura su vaste aree nonchè per l’ortofrutta, l’irrigazione, la gestione migliore possibile delle acque. Su tale ultimo punto è necessario mettere in evidenza che il 55% delle acque utilizzate sono locali ma il 45% di queste proviene da Paesi confinanti e che nel complesso sono a malapena sufficienti a coprire il fabbisogno nazionale, così da renderne necessario un migliore uso e una riduzione degli sprechi.
L’azione di Governo nei prossimi anni sarà quindi focalizzata su cinque assi prioritari:
modernizzazione tecnologica; ampliamento della base imprenditoriale; stabilità macroeconomica; miglioramento del capitale umano; riforme istituzionali, sicurezza e lotta alla corruzione.
Il Presidente kazako intende pertanto spingere l’acceleratore sugli investimenti delle reti di trasporto transcontinentale per assegnare al Paese la centralità logistica, oltre a quella geografica, tra Europa ed Asia.
I tre programmi di Strategia per il Kazakistan lanciati tra il 1997 e il 2012 con traguardi
rispettivamente per il 2020, 2030 e 2050 prevedono un complessivo ammodernamento e
miglioramento delle condizioni del Paese.

Carla Rampino

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