La settimana è stata intensa per il nostro paese in quanto si è celebrato a Roma, precisamente all’EUR, il G20. L’evento si è consumato nella “Nuvola” tanto che, per molti, può sembrare addirittura un qualcosa che, guardando in alto, si vede una nuvola oppure pensare che il contenuto stesso dell’incontro si è perso in una nuvola.
La verità è che Draghi è molto bravo, è stimato a livello internazionale e fin quando il nostro paese non lo “sputtana”, rimane un uomo prestigioso. Cosa vuole dire questo? Che tutto ciò che dice viene ascoltato con attenzione. È l’ordine del giorno che è molto fumoso, invece.
Parlare di fame nel mondo, di ambiente, di guerra sono tre enunciazioni che vanno avanti da un secolo con risultati molto modesti. Al coro si aggiunge, certamente, anche papa Francesco che invita tutti a rispettare l’ambiente. Parla come un laico ma in realtà potrebbe invitare i cattolici nel mondo a raccogliersi alla preghiera.
Pregando si evita, almeno in quel momento, di peccare e di pensare anche che atteggiamenti o comportamenti non graditi possono danneggiare l’ambiente. Non è una polemica, si tratta semplicemente di uscire fuori dal coro.
Chi di noi è contrario alla fame nel mondo con speranze di debellarla? Chi di noi vuole inquinare l’ambiente? Certamente sono titoli di temi che vanno bene per le scuole elementari, per le scuole medie e, in alcuni casi, per una buona lezione alle scuole superiori.
Il ruolo dell’educatore e della famiglia è di invitare giovani e figli al concetto importante di “rispetto”. Quando si cade nella demagogia, citando la giovane Greta, a proposito e a sproposito, è molto negativo. Fa effetto il “blablabla” che serve a farlo ripetere anche a qualche adulto senza essere serio nei contenuti, ma bensì fare solo dei riferimenti del blablabla per dire che qualcuno lo ha ascoltato.
I giovani dovrebbero fare leva nel mondo della scuola, invitando il professore più disponibile a parlare di ambiente e creare quel rapporto fiduciario tra docente e discente. Forse, in questo modo, si potrebbe costruire un’Italia, un’Europa e un mondo di responsabili.
Altrimenti, sembra un discorso, in questo caso del blablabla, dei politici, che durante la campagna elettorale risolvono tutti i problemi mentre il giorno dopo e i successi la mondezza è sempre al posto di prima, vale a dire: non è cambiato nulla.
Draghi ha messo in luce al G20 che l’Italia è in grado di ragionare, che può dire la sua e parlare di sfide epocali. Il presidente americano è venuto per confessarsi in quanto, essendo favorevole all’aborto, il vescovo del suo paese non gli dava il sacramento della comunione ed ha trovato l’occasione non di dirlo in confessione, come fanno molti cattolici, ma dinnanzi al popolo con un prete dall’altra parte che lo ha assolto.
Draghi ha invitato il mondo a dare contributi materiali e concreti per il terzo mondo, a partire dai vaccini. Per quanto riguarda, invece, l’abbattimento del CO2, la Russia e la Cina hanno voluto rimarcare che hanno molto carbone e quindi andiamo avanti così.
È interessante che Draghi abbia detto a Glasgow: “Amici presenti proviamo a portare avanti quanto detto a Roma per non seppellirlo il giorno dopo”. Come al solito siamo tutti fiduciosi ma non sappiamo se la nostra fiducia viene compensata.