Università telematica

Come tutte le cose importanti passano in sordina, mentre le cose stupide ne parliamo per giorni. Il nostro riferimento riguarda in particolare le università telematiche.

Con un decreto del ministro del 14 ottobre ultimo scorso sono state messi in luce alcuni criteri che riguarda l’autovalutazione, la valutazione e l’accreditamento iniziale e periodico delle sedi e dei corsi di studi delle università. L’argomento interessa sia la didattica frontale sia quella a distanza. Il provvedimento citato riguarda l’a.a. 2022-2023 non solo per i corsi esistenti ma anche per quelli da accreditare. Il decreto del Ministro prevede e contiene i requisiti minimi di docenza o meglio il numero e il tipo di docenti che servono per i corsi di laurea. Secondo il dm n.6 del 7 gennaio 2019 si evince e si deduce che i professori necessari per le università telematiche dovrebbero triplicare.

Tutti sanno e ricordano che le università telematiche non hanno bisogno di aule per gli studenti perché – lo dice la parola stessa – la loro formazione è erogata online; pertanto tali università seguono moduli didattici diversi.

Per l’a.a. 2021-2022 per quanto riguarda i corsi universitari triennali da quanto rilevato dalla SI-IES, servono 7 docenti di cui 3 professori ordinari/associati, 2 ricercatori e 2 docenti a contratto. Per le lauree magistrali il criterio dovrebbe essere di avere 5 docenti di cui 2 ordinari/associati e 1 docente a contratto.

Il provvedimento è riferito al numero di studenti iscritti al corso ad esempio 100 studenti per corsi scientifici, 250 per quelli umanistici. Il decreto in questione prevede anche un incremento di tutor, disciplinari per corso di studio, tecnici da inserire nella pianta organica, al fine di affiancare i docenti.

Tutto ciò comporta oneri in termini di spesa e di organizzazione. Il nuovo decreto uscito il 14 ottobre ultimo scorso sottolinea anche che bisogna provvedere in regola entro il 30 novembre prossimo venturo e quindi dove necessario pubblicare entro 30 giorni i bandi di invito a partecipare. Chi non ottempera per quanto sopra descritto sarà sottoposto ad una retrocessione dalla categoria D secondo ANVUR e l’accreditamento verrà condizionato, vincolato, di uno o due anni alla categoria più bassa soddisfacente C o D di validità quinquennale. Il provvedimento come si suol dire è cambiare le regole durante il percorso.

Non si entra nel merito se è corretto o meno, ma si evince chiaramente che le università telematiche, se il provvedimento è operante, saranno costretti a cambiare la propria posizione ed organizzazione.

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