D’ora in poi potremmo ricevere una chiamata da un call center che ci propone insieme a luce e gas, un conto corrente. Si, non è una battuta, Enel farà anche la banca. Con 30 milioni di clienti in Italia e ben 75 milioni a livello globale ha certamente una “portata” competitiva e potrà condurre un’iniziativa sfidante.
Come annunciato l’intento è quello di lanciare il modello formato banca partendo da Enel X-Pay, che farà concorrenza alle banche ma anche a Poste Italiane, non per pacchi o raccomandate, ma per lo stesso motivo per cui essa stessa ha inteso integrare nuovi servizi e attività offrendo diversi servizi finanziari. Enel X-Pay inizierà con alcuni clienti acquisiti nei numeri sopra citati.
Parlando sempre di numeri: i pagamenti su bollettini creano 300 milioni di transazioni ogni giorno, in media ciascuna di queste transazioni ha un costo più o meno a 1,50 euro e un giro d’affari veramente molto elevato. Il gruppo Enel oggi ne effettua intorno ai 100 milioni, facciamo le nostre stima di conseguenza.
Enel per i pagamenti
Enel X ha anche una rete di punti fisici che consentono di fare pagamenti diretti. Grazie all’acquisizione di PayTipper gli è stato consentito di replicare il modello di pagamento dei bollettini di Poste, questo includerà la bolletta, il MAV, il pagamento delle multe e molto altro. Un sistema che abbiamo già visto essere incluso nel modello Satispay, una piattaforma che già ha il suo ruolo sul mercato.
Il mercato di Enel X Pay
Enel X Pay certamente ha come obiettivo quello di catturare clienti, per l’apertura di un conto corrente digitale, con il relativo iban e l’emissione di carte di debito e prepagate. Sarà anche possibile aprire conti correnti direttamente sull’app compatibile con standard iOS e Android. Non sarà trascurata, in questa circostanza, la fascia dei giovani con carte prepagate per i minori di 18 anni, dotate di un sistema di parental control con limiti di spesa e categorie merceologiche predefinite. Mentre le carte di debito saranno funzionali in altro campo, vi sono ottime prospettive future in un contesto in cui Enel è già leader nel nostro Paese, vale a dire per le infrastrutture per la mobilità elettrica. Il servizio Enel X Pay è già abilitato automaticamente a interagire con l’e-mobility, il riferimento è per le colonnine per la ricarica delle auto elettriche e con i pagamenti di tutti i servizi offerti da Enel X per la casa a partire dall’acquisto di condizionatori, l’efficienza energetica, le funzionalità di OMIX collegate al sistema di Alexa di Amazon, solo per citarne alcune. I pagamenti digitali ed elettronici si legano alla regolamentazione “payment service directive two” (PSD2). Sentieri Digitali ha citato più volte detta direttiva europea sui pagamenti digitali nata nel gennaio 2018, che in pratica ha liberalizzato il settore costringendo le banche europee ad aprire le proprie API a società del fintech e ad aziende che si occupano di prodotti e servizi finanziari.
Una liberalizzazione pericolosa
Con questo cambiamento ci troviamo dinanzi ad una vera e propria rivoluzione, il cambiamento prodotto consente, infatti, l’accesso ai dati di pagamento dei clienti e degli istituti bancari. Enel evidentemente è anche pronta a fare consulenza finanziaria nei confronti dei propri clienti, ha scelto per questo la piattaforma svedese “Think” come fornitore di tecnologie di open banking. Certamente con questa apertura potremmo suggerire al servizio sanitario nazionale che ha bisogno di soldi di aprire sportelli automatici nelle strutture sanitarie comprese gli studi dei medici condotti che sono presenti sul territorio nazionale.
L’iniziativa, non v’è dubbio, apre maggiore possibilità per il consumatore e per gli innovatori del libero mercato ma è anche vero che proprio l’equilibrio di questo soprattutto sul fronte banche rischia di venirne “devastato”. Per adesso abbiamo, almeno in parte, presenze italiane, ma se vengono anche operatori di altri paesi che sono anche all’avanguardia più di noi che posizione assumiamo? Un esempio per tutti lo rappresenta la “lenzuolata” di Bersani del 1999, vedi Telecom Italia un gruppo da 120 mila dipendenti che quanto prima ne avrà 20000. A questo punto a 50 anni vorrei sapere ognuno di queste persone che perderà il posto, quale altro mestiere farà, con quale altra remunerazione e con forme di demagogie c’è da pagare il mutuo, mandare i figli a scuola e all’università? Poi perché fare tutti questi talk show con attori che non hanno problemi di vita e di soldi rispetto a chi ha perso il posto di lavoro e non sa come sbarcare il lunario?