La SI-IES si è interessata al settore della smart agriculture. Ritiene che il concetto di innovazione e di mutamento dallo status quo deve e dovrà investire tutta la filiera.
Di seguito si riporta un caso di eccellenza che è stato promosso nel nostro paese.
A Vidor, in provincia di Treviso, il sogno di tanti allevatori si è finalmente concretizzato. Fabio Curto, titolare dell’azienda agricola Ponte Vecchio, ha realizzato la prima stalla d’Italia interamente automatizzata, dove con un unico software è possibile tenere sotto controllo, 24 ore su 24, l’intero andamento dell’allevamento, garantendo una maggiore efficienza produttiva, il benessere degli animali e una maggiore qualità della produzione.
La novità è stata presentata con un Open day nazionale, in collaborazione con Lely, azienda leader mondiale nella robotizzazione degli allevamenti, durante il quale i visitatori hanno potuto constatare di persona come sia possibile adattare l’automazione all’allevamento zootecnico da latte.
L’innovazione tecnologica così introdotta non sostituisce l’importante ruolo dell’allevatore, le cui capacità professionali restano comunque fondamentali per il buon funzionamento di tutto il sistema produttivo, al contrario contribuisce al miglioramento dell’intera organizzazione del lavoro.
Fabio Curto ha così finalmente portato a termine un processo di automazione, precedentemente avviato da altre imprese del comparto limitatamente a singole fasi della produzione (ad esempio la mungitura), che ha mostrato quanto importante sia stare al passo con le più moderne tecnologie produttive per far fronte a diversi e nuovi scenari.
Quanto descritto dimostra che un’azienda agricola, anche se per un settore particolare, è interessata al concetto di automazione, trasformazione e innovazione.
Gli esperti sostengono che non si andrà verso una crisi della manodopera convenzionale ma bensì il ruolo della robotica, l’utilizzo dell’internet of things e dei sensori, allevieranno il peso dell’operatività dell’uomo.
