Che uno dei temi del momento in ambito di tecnologia e innovazione sia la mobilità elettrica non è certamente un mistero. Da quando l’elettrico ha subito una forte accelerazione grazie all’implementazione di vari progetti di rilievo, ogni aspetto relativo a questo mondo è finito sotto la lente di ingrandimento. Anche su Sentieri Digitali si è spesso parlato di veicoli elettrici, di infrastrutture di ricarica, di connettori, di voltaggio e così via. Abbiamo analizzato meticolosamente ogni peculiarità delle infrastrutture di ricarica elettriche presenti sul mercato e di quelle in fase di sperimentazione. Vi è tuttavia un tema connesso alla ricarica elettrica dei veicoli che merita maggiore attenzione, ossia quello della tecnologia RFID (la prescelta dalla stragrande maggioranza dei produttori di IdR).
Cosa è la tecnologia RFID
Quando si parla di RFID, sembra sempre si faccia riferimento a qualcosa di fortemente innovativo, anche in relazione alla natura dei progetti in cui viene integrata. Tuttavia, parliamo in realtà di una tecnologia sviluppatasi tra la fine della Seconda Guerra mondiale e i primi anni Settanta, e che ha visto la sua maggiore diffusione negli anni Novanta. Niente di nuovo dunque. Anzi. Come mai, allora, in diversi settori la RFID è oggi una tecnologia in forte accelerazione? La risposta si può facilmente trovare nei concetti di 5G e Smart City. Con la progettazione e graduale edificazione di città intelligenti e con i grandi investimenti in atto e in divenire sulle tecnologie di rete, una tecnologia wireless come l’RFID trova un contesto ideale per sprigionare a pieno regime le proprie potenzialità. RFID, infatti, sta per “Radio-frequency Identification”, e consiste nell’utilizzo di chip o sensori per identificare qualsiasi oggetto mediante l’uso di onde radio nell’aria. Per fare un esempio pratico torniamo al tema delle infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici. Chi utilizza RFID, come ad esempio Enel X, distribuisce specifiche tessere contenenti un chip interno che possa comunicare rapidamente i propri dati alle IdR (munite di wireless e quindi in grado di leggerli). Tali tessere vengono quindi adibite al rapido pagamento della ricarica. Il processo di identificazione è dunque immediato e totalmente automatizzato, e permette di leggere una notevole quantità di dati in automatico. È allora chiaro il perché questa tecnologia venga oggi spesso comparata, se non preferita, a valide alternative come la scansione di codici a barre o di QR Code (anche questa in auge).
RFID e Smart City
Veniamo alle Smart City. Il tema è centrale oggi e anche la Commissione Europea lo ha recentemente palesato in una “Call for Expression of Interest” per la costruzione di Living Lab. Il progetto, tra l’altro, è in cooperazione con l’ISPRA, che abbiamo avuto la fortuna di incontrare un mese fa nella persona di Michele Munafò, in occasione della riunione mensile del Digital Innovation Hub Virtuale (DIHV). L’interesse per la creazione di questi Living Lab è pari a quello per lo sviluppo e la crescita delle cosiddette città intelligenti. E la RFID, per i motivi presentati nel paragrafo precedente, è una tecnologia che può essere protagonista in tale contesto, non solo per quanto riguarda la mobilità elettrica. Se è vero che nuove tecnologie si stanno rapidamente sviluppando, l’obsolescenza della RFID risulta ancora lontana.
Si è chiarito, in questa trattazione, che quando si parla di RFID si deve fare attenzione a non confonderla con una tecnologia di nuova creazione. Si tratta piuttosto di una tecnologia ormai matura e consolidata ma che trova maggiore affermazione grazie agli sviluppi tecnologici odierni. Il suo ciclo di vita, a oggi, risulta essere ancora lungo, e il suo utilizzo potrebbe quindi essere centrale per diversi anni ancora.