Si sente da tempo parlare di “Piano Industria 4.0”, ma quali sono i reali obiettivi?
Il Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda mira a diffondere una nuova cultura d’impresa incentrata sulle competenze Industria 4.0, indispensabile per ridisegnare l’economia del nostro Paese.
Il gap di produttività riscontrato deriva dallo scarso investimento digitale delle aziende presenti sul territorio nazionale.
Alla luce della situazione attuale, si rende necessario sensibilizzare le PMI sui vantaggi, in termini di competitività, di una trasformazione digitale dell’intero assetto aziendale.
La consulenza assume un ruolo chiave, non essendoci all’interno delle varie organizzazioni le figure professionali necessarie ad individuare i punti critici su cui andare ad intervenire per battere la concorrenza.
I “Digital Innovation Hub”, centri di competenza previsti dal piano, saranno i veri protagonisti in questa prima fase di mappatura delle specifiche esigenze aziendali e di pianificazione di possibili investimenti innovativi.
Il DIH dovrà essere un soggetto giuridico autonomo rispetto alle associazioni territoriali/regionali, soci di riferimento dell’Hub, motivo per cui si dovrà procedere alla definizione di un assetto giuridico che vada a prediligere l’aggregazione tra più soggetti, quale la società consortile, il raggruppamento temporaneo di imprese, l’associazione di scopo e la fondazione di partecipazione.
Nella fase di creazione di detti centri di competenza si dovranno selezionare figure professionali specifiche: ingegneri con esperienza in project management in aree di automazione industriale e digitale, esperti ICT, di business inerenti le più importanti filiere produttive territoriali/regionali, di finanza per l’innovazione/finanziamenti regionali ed europei, di comunicazione e di formazione.
Solo con l’attuazione del Piano Industria 4.0 ed il supporto dei centri di competenza si riuscirà finalmente ad abbandonare la vecchia politica industriale italiana dirigista.
