Quando si parla di marketing digitale si pensa subito ad internet, del passaggio dal web 1.0 al web 2.0. Serve una pianificazione aziendale in linea con i bisogni dei nuovi consumatori di oggi, sempre informati, meno fedeli e coscienti delle proprie decisioni di acquisto. Il fenomeno del digital marketing va collegato anche alla Digital Transformation. Le generazioni di riferimento sono i cosidetti millenials e post-millenials o nativi digitali.
La prima generazione mostra dimestichezza con gli strumenti digitali, i secondi, invece, dimostrano la propria capacità nel saper utilizzare fin dalla tenera età i dispositivi digitali. In questo ambito si parla di “generazione c”, che comprende persone non accumunate dall’età ma dal modo di vivere la vita “always on”. Questa evoluzione nei comportmaneti umani sta andando di pari passo con l’evoluzione tecnologica, si riscontra che non tutte le aziende sono nella condizioni di seguire questo percorso, ecco perchè si parla di darwinismo digitale. Tra i cambiamenti di maggiore rilevanza vi è il mobile marketing, veicolato attraverso dispositivi mobili, quali smartphone, tablet, ma poi potremmo già includere una miriade di dispositivi smart, mobile e collegati in Rete. Gli smartphone hanno creato una società sempre connessa, trasformando il mobile da semplice trend a nuovo mdo di vivere la vita. La digital transformation non puo più prescindere da un approccio verso i social web, quindi i blog insieme ai social media.
Oltre ai canali tradizionali come radio, tv, a proposito di social media troviamo i monopoli informativi di Facebook, Twitter, Youtube e Instagram. Nell’era del web 2.0 il media mix ideale è composto da tre tipologie di media: paid media, ovvero gli spazi pubblicitari acquistati; owned media: i media che possediamo di nostra proprieta come sito web, blog, ecc; earned media: tutti quei media guadagnati, come le pagine Facebook e Twitter.
Secondo SI-IES si individuano alcune sfide da vivere per attuare la digital transformation, a partire da il cambiamento della cultura aziendale, superare i concetti di autoreferenzialità, perchè gli utenti tendono a fidarsi sempre di più delle opinioni espresse da altri utenti online e sempre meno di quello che l’azienda comunica su se stessa; mettere in comunicazione i diversi settori aziendali all’insegna della collaborazione, stabilire un budget specifico e delle risorse per ia comunciazione digitale, captare le reazioni ed i comportamenti degli utenti online. Il sito aziendale è un ottimo biglietto da visita, anche per il marketing digitale, ma non è sufficiente.