WhatsApp a pagamento! Il servizio al momento si conferma gratuito per tutti e non prevede l’applicazione di alcun costo a carico dell’utente. Tuttavia, ci sono dei precedenti. Due anni fa in Uganda è stata introdotta una tassa di 200 scellini ugandesi, pari a circa 0,05 dollari, per ogni accesso non solo a WhatsApp ma anche ad altre piattaforme online come Facebook e Twitter. Lo scorso anno ci ha provato il Libano a tassare l’uso di WhatsApp con la proposta di un balzello di 0,2 dollari al giorno a partire dal 1° gennaio 2020. Sembra però che il progetto sia stato ritirato.
Ma bisogna ricordare che l’iniziativa è partita dall’Europa. Il governo spagnolo sta pensando di introdurre una tassa su WhatsApp, così come Telegram e altri servizi di messaggistica come Skype e Facebook Messenger. Il governo spagnolo è per chiedere a società tipo WhatsApp e Telegram di registrarsi come operatori telefonici, chiamati poi a pagare un canone, come applicato agli operatori tradizionali a condizione che le loro entrate superino una certa soglia. Non è ancora chiara la modalità dell’applicazione della tassa ma stando a quanto scritto nella bozza si prevede una tassa di 1 euro ogni 1000 euro di fatturato. Il governo dice “il modo in cui consumiamo i servizi di comunicazione è cambiato e le condizioni di concorrenza sono cambiate”. Se si parla di tassa significa trovare soldi per le casse dello stato.
È una partita che cambia le regole alla fine di un percorso. Sarebbe curioso vedere la reazione del consumatore e come questi social intendono reagire per evitare la tassa. L’Europa fa annunci alcune volte come se fossero dei sondaggi. Speriamo che in questo caso le posizioni contrarie alla tassa siano pari al 100%.