Si alza il sipario sulla lirica italiana. Grazie alle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia e a un’avveduta scelta di marketing dei responsabili del Teatro dell’Opera di Roma, gli italiani hanno riscoperto il belcanto. Il tempio della lirica romana è stato infatti al centro delle celebrazioni per il centocinquantenario, con una speciale replica del Nabucco di Verdi, riservata al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e alle massime cariche dello Stato e della città di Roma la sera del 17 marzo. Ed è così, sulle note del Va’ pensiero, che il Teatro dell’Opera di Roma è tornato alla ribalta, rubando la scena alla Scala di Milano.
Poco importa se la diretta-non diretta di RAI3 ha affidato il commento della serata del 17 marzo a presentatori digiuni di musica, a dimostrazione dello scollamento che esiste nel nostro Paese tra media e mondo della cultura. La scelta di un’opera legata al Risorgimento italiano, unita a quella del direttore verdiano per eccellenza, Riccardo Muti, si è rivelata vincente. Del Nabucco si è parlato praticamente tutti i giorni, a partire dalla prima del 12 marzo, resa speciale da un fuori programma del maestro Muti, che ha interrotto il bis del celeberrimo coro ‘Va’ pensiero sull’ali dorate’, per denunciare nel silenzio generale l’ ‘ignominiosa scure che si è abbattuta contro la cultura e le istituzioni culturali, ossia i pesanti tagli alla cultura voluti dal governo in carica’
(http://www.youtube.com/watch?v=QB4w-QJVu84). La protesta è stata accolta da un pubblico commosso che, in piedi, ha intonato il resto coro insieme ai cantanti, e infine addolcita da una pioggia festante di volantini tricolori che dai palchi si è riversata sulla platea.
Gli sguardi degli spettatori intenti ad applaudire il bis oscillavano ammirati tra il podio del direttore e un palco da cui sventolava un’enorme bandiera tricolore. Fuori dal teatro campeggia ancora un’installazione luminosa che scandisce le parole del giuramento di Mazzini alla Giovine Italia, la società segreta fondata dal patriota italiano a Marsiglia nel 1831: Mazzini giurava ‘Nel nome di Dio e dell’Italia’ di consacrarsi ‘tutto e per sempre a costituire con essi l’Italia in nazione, una, indipendente, libera e repubblicana’. Trent’anni dopo l’Italia sarebbe stata unita.