RCEP l’accordo di libero scambio

Quindici paesi hanno firmato il più grande accordo commerciale del mondo

Coprendo quasi un terzo dell’economia globale. Il Regional Comprehensive Economic Partnership (RCEP) è composto da 10 paesi del sud-est asiatico. Alcune di queste sono Corea del Sud, Cina, Giappone, Australia e Nuova Zelanda. L’accordo commerciale è visto come un’estensione dell’influenza della Cina nella regione. L’accordo non include gli Stati Uniti. Infatti, questi ultimi si ritirarono dal Trans-Pacific Partnertship (TPP) nel 2017, poco dopo le elezioni in cui vinse il presidente Donald Trump. I negoziati per il nuovo RCEP iniziarono nel 2012 e sono terminati domenica 15 dicembre 2020, a margine di una riunione dell’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (ASEAN).

Il RCEP non è così completo e non riduce le tariffe così profondamente come il successore del TPP

E’ particolarmente importante poiché molti analisti pensano che le dimensioni del RCEP lo rendano più significativo. I suoi membri includono un gruppo più ampio di nazioni. In particolare la Cina aumenta considerevolmente il prodotto interno lordo (PIL) totale dei membri RCEP. Mentre la Cina ha già una serie di accordi commerciali bilaterali, questa è la prima volta che ha firmato un patto commerciale multilaterale regionale.

Il RCEP dovrebbe eliminare una serie di tariffe sulle importazioni entro venti anni

Esso comprende anche disposizioni sulla proprietà intellettuale, le telecomunicazioni, i servizi finanziari, il commercio elettronico e i servizi professionali, ma è possibile che le nuove “regole di origine” – che definiscono ufficialmente la provenienza di un prodotto – abbiano il maggiore impatto. Già molti Stati membri hanno accordi di libero scambio (ALS) tra loro, ma ci sono delle limitazioni. Le imprese con catene di fornitura globali potrebbero dover affrontare tariffe anche all’interno di un ALS perché i loro prodotti contengono componenti che sono fabbricati altrove. Un prodotto realizzato in Indonesia che contiene componenti australiani, ad esempio, potrebbe dover affrontare le tariffe di altri paesi della zona di libero scambio dell’ASEAN.

Secondo RCEP, le parti provenienti da qualsiasi nazione membro sarebbero trattate allo stesso modo

il che potrebbe dare alle aziende dei paesi RCEP un incentivo a cercare fornitori all’interno della regione commerciale.Le misure, di fatto, semplificheranno gli scambi commerciali tra i Paesi aderenti contribuendo a sviluppare le catene di approvvigionamento interrotte durante la pandemia e favorendo consequenzialmente la ripresa economica.

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