Perchè crediamo a tutto?

Quale miglior figura se non quella del celebre burattino che si vedeva allungare il naso se diceva delle bugie per introdurre il libro del Professor Carlo Cottarelli: “Pachidermi e Pappagalli- Tutte le bufale sull’economia a cui continuiamo a credere”. È con una riflessione su Pinocchio che il Presidente del Centro Studi Americani, Gianni De Gennaro, ha aperto la presentazione dell’ultima sopracitata opera del Professore più corteggiato della politica italiana, e i motivi sono più che palpabili.
 
Sfuggire alla trappola della disinformazione non è cosa semplice ma altrettanto non semplice è riuscire a seguire, da parte di un ascoltatore/lettore non esperto di materie economiche e finanziarie, le vicende che si susseguono nel vortice di numeri, statistiche, analisi. Non è necessario essere dei tecnici per comprendere il ragionamento esposto nel libro, “seppur sia stato difficile convincere anche mio fratello”, ci confessa il Professore. Ma perché crediamo così tanto facilmente alle bufale? La giornalista Maria Latella, che ha moderato il dibattito, prima di passare la parola ha voluto precisare che a volte sono gli stessi giornalisti, che, essendo un “veicolo” per le informazioni, dovrebbero porre maggiore attenzione. E nel girone dell’informazione per così dire “snaturata” probabilmente qualche fallo viene compiuto anche dall’establishment, non solo dai social. Questi ultimi sono uno strumento del quale gli italiani in particolare non riescono a fare a meno: “circa il 57% degli italiani utilizza i social rispetto a circa il 53% della media europea” e il Prof. Cottarelli, sollecitato dalla domanda della Dott.ssa Latella, ci illustra come l’Italia sia un terreno fertile per far nascere, crescere e sviluppare le bufale. La percentuale sopracitata è davvero alta e per questo gli algoritmi che vengono creati per inviare informazioni distorte attraverso la raccolta dei dati che immettiamo su internet, sono numerosi ma soprattutto sanno dove andare a colpire. Di esempi di situazioni economiche critiche ne abbiamo tanti, specialmente nel primo decennio di questi anni 2000, e gli italiani si sono ben prestati a credere alle soluzioni più ovvie e semplici a problemi decisamente complessi e niente affatto modesti. Era tutto un complotto internazionale organizzato contro il governo italiano oppure siamo stati noi a “sovvenzionare” dozzinali informazioni senza approfondire compiutamente fatti e cronache? Dovere e responsabilità, una combinazione che aiuterebbe a non lasciarci andare alle prime dichiarazioni. 
 
Il Ministro dell’economia e delle finanze, Roberto Gualtieri, è intervenuto sostenendo il contenuto del libro del Professore e aggiungendo che bisogna riflettere sulle ragioni vere che hanno portato al compimento di determinate azioni in ambito economico/fiscale. L’obiettivo è la crescita del Paese, elemento propedeutico per vedere un aumento dell’occupazione giovanile e delle donne, che, se venissero sostenute e incoraggiate un po’ di più ad essere madri e lavoratrici, ci sarebbe anche un aumento demografico che contribuirebbe a creare più crescita anche proiettandoci nel nebuloso ambito delle pensioni: “se fai figli, vai in pensione prima perché hai creato posti di lavoro”, tuona Cottarelli, spiegandoci che se 20 anni fa c’è stato un calo delle nascite, seguendo l’onda lunga, 20 anni dopo ci saranno meno persone.
 
Responsabilità, colpe, bufale, governi, il vortice è inarrestabile ma l’antidoto è sempre quello: formazione e studio per non cedere alle favole infiocchettate e a quelle definizioni che troppo spesso o “sono incomprensibili oppure non convincono nessuno”.
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