Una ricostruzione digitale

È il “dopo” virus che adesso è al centro dell’attenzione cercando le migliori strategie per continuare ad essere presenti sul mercato. Sono molti gli eventi che sono stati annullati per ovvie ragioni ma più che disappunto c’è dispiacere. Le reazioni emotive sono molte ma accomunate da un sentimento di caparbietà, di risolutezza che sta spopolando tra gli imprenditori, piccoli o grandi. Non è certamente questo il tempo per abbandonarci a giudizi o opinioni che il più delle volte possono portare a dei contrasti effimeri e non proficui, piuttosto fare analisi e valutazioni costruttive e ricche di contenuti positivi che diano slancio per una ripresa. Servono incentivi, non solo economici, ma anche una certa “inventiva” nel ricreare ciò che adesso non può essere rappresentato, magari, dal vivo.
 
Il salone del mobile di Milano, palcoscenico internazionale che dal 1961- prima edizione- accoglie numerose presenze provenienti da ogni parte del mondo, quest’anno è stato rinviato al mese di giugno. Questo lascia ben sperare e, fino a quel momento, si continuerà a lavorare per rendere le esposizioni dedicate al settore della filiera legno-arredo ancora più interessanti. Design, classico, xLux, l’anno scorso ha visto la partecipazione di oltre 370.000 presenze da 188 paesi. Gli imprenditori stanno trovando un modo per ovviare all’impossibilità di mostrare dal vivo i propri lavori e il digitale è un ottimo alleato per ricreare visioni immersive del design. Alcuni, con le tecnologie avanzate, già stavano rafforzando le partnership con fornitori e distributori cinesi e di certo digitale e “fisico”, dopo questa emergenza, saranno più che mai uniti. Molti imprenditori stanno cambiando, ritoccando alcune parti dei loro siti per impostare contenuti digitali specifici. In questo modo stakeholders, clienti potranno ammirare anche a migliaia di chilometri di distanza i cambiamenti e le novità che quella azienda propone e dunque continuare a fare business, ma da remoto.
 
Alcuni stanno pensando di organizzare “mini eventi” presso i negozi nel rispetto delle norme di sicurezza, una volta finita questa emergenza. Una specie di visione minimalista del pubblico, necessaria, per provare ad andare avanti consapevoli che le consuetudini muteranno ma senza farci spaventare. Anzi, è nei momenti più bui che emergono le cose migliori e l’uomo si ingegna per trovare soluzioni rivoluzionare che contribuiranno a migliorare la qualità della vita.
 
Del resto, il salone del mobile nasce da un’esigenza di ricostruzione edilizia dopo la Seconda guerra mondiale. Era andato tutto distrutto e c’era necessità di ricostruire anche le abitazioni dei cittadini. Ci fu una grande domanda di mobili e oggetti per riempire gli edifici vuoti e proprio l’industria italiana e tedesca ebbero la necessità di entrare in contatto con i consumatori lavorando per la creazione del settore della casa e dell’arredamento. Lo spirito era quello di rialzarsi, dopo la guerra. Oggi, come allora, il sentimento è il medesimo anche se gli strumenti sono 4.0.
 
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