Covid – la Fda (Food and Drug Administration) vota contro la terza dose di vaccino negli Stati Uniti per le persone sotto i 65 anni d’età in quanto sono stati “forniti pochi dati di Pfizer sulla sicurezza”.
L’ente regolatore statunitense ha votato contro il Piano per il richiamo del faccino Pfizer BioNTech contro il Covid – 19 da somministrare a tutti i cittadini, nello specifico a quella che può essere definita popolazione adulta e sana.
La decisione era attesa da giorni anche perché il 20 settembre gli Stati Uniti dovrebbero iniziare a somministrare la terza dose di vaccini alla popolazione dopo aver cominciato con gli immunodepressi.
Il condizionale, come si suol dire, è d’obbligo perché i consiglieri della Food and Drug Administration, l’ente regolatore statunitense, hanno votato contro il Piano per il richiamo del vaccino Pfizer contro il Covid – 19, da somministrare alla popolazione adulta sana mentre si sono espressi favorevoli al richiamo per le persone che hanno più di 65 anni.
Il voto è terminato con sedici posizioni contro ma il Presidente Biden non si è espresso in relazione alla variante Delta, contagiosa e che sta provocando un alto numero di contagi negli Stati, soprattutto del sud.
Dopo ore e ore di discussione, gli esperti esterni hanno dichiarato che Pfizer ha fornito pochi dati sulla sicurezza, anche se in Israele – che usa esclusivamente il vaccino Pfizer – 3 milioni di persone hanno già ricevuto la terza dose.
Hanno, inoltre, lamentato che i dati forniti dai ricercatori israeliani sulle loro immunizzazioni potrebbero non essere adatti a prevedere lo scenario degli Usa.
Il parere non è vincolante e comunque riguarda la somministrazione alla popolazione adulta e sana, non ai fragili e agli immunodepressi che, invece, sono stati già richiamati.
Il Comitato di esperti della Food and Drug Administration ha quindi votato a favore di una terza dose di vaccino Pfizer per le persone dai 65 anni in su. La Casa Bianca aveva invece espresso la volontà di offrire Pfizer e Moderna a quasi tutti gli americani, otto mesi dopo aver ricevuto la loro seconda dose.