Da qualche anno si teme per il futuro di questa categoria professionale che alcuni considerano obsoleta:i timori sono fondati?
I caratteri distintivi dell’intermediazione assicurativa sono stati, per lungo tempo, la fidelizzazione della clientela, una concorrenza non particolarmente diffusa ed agguerrita ed una dimensione complessiva della professione che potremmo definire “artigianale”.
Calato nel contesto attuale, l’assicuratore deve confrontarsi con realtà non solo italiane, ma anche europee ed extraeuropee e con forme di comunicazione online, oltre che frontali.
Significativi cambiamenti sono legati inoltre alla digitalizzazione dei processi di agenzia e amministrativi, ed alla “dematerializzazione” dei documenti delle polizze, innovazioni che puntano inevitabilmente alla riduzione del carico dei processi gestionali e che permettono agli intermediari di recuperare tempo per le attività commerciali.
Sebbene già da qualche anno corrano voci pessimistiche sul futuro degli intermediari professionali, nel dare o meno loro credito si deve considerare il fatto che solo un intermediario professionista conosce tutte le sfumature delle coperture assicurative e questo gli permette di consigliare opportunamente il cliente, il quale non potrebbe da solo operare scelte altrettanto oculate. Inoltre, per motivi di occupazione e di necessità, oggi l’assicuratore è in possesso di diploma di laurea, foriero di conoscenze scientifiche ed accademiche che contribuiscono a formare la figura professionale in questione.
Il professionista è dunque ancora necessario e, sebbene si trovi oggi in fase di cambiamento, difficilmente si potrà da esso prescindere.
