Il cervello chiede coerenza, diamogliela

Lo smart working, per chi ha la fortuna di poterlo attuare, può avere aspetti che possono creare un cortocircuito non banale e da non trascurare quale può essere la gestione della casa, dalle piccole faccende domestiche, alla gestione del rapporto con i figli per chi ne ha. Serve una gestione del tempo e un nuovo mindset per arrivare ad un equilibrio mentale e fisico.
 
Secondo un’indagine di SmartBreak sul rapporto tra tecnologia e psicologia (intervistando un numero di circa 300 dipendenti in smart working) è emerso che soltanto uno su cinque non è a disagio; il 70% si trova in uno stato di ansia causato dall’incertezza della situazione in cui viviamo; il 25% è a disagio nei rapporti con i colleghi; il 18% prova un senso di isolamento e il 9% è in difficoltà nell’uso della tecnologia. Per controbilanciare, ci sono anche i numeri sull’impegno che le aziende hanno adottato per preparare i dipendenti al lavoro da remoto: il 9% delle aziende ha fornito supporto emotivo e psicologico per far fronte ai cambiamenti; il 90% ha fornito gli strumenti adatti per poter lavorare, come computer e telefoni; il 35% ha fornito alcune linee guida su come gestire le comunicazioni fra i colleghi e il 33% non ha fornito alcuna indicazione sulla gestione del team. Vengono sottolineati due elementi critici: il 38% delle aziende ha avuto problemi nel garantire la sicurezza digitale e il 26% ha avuto difficoltà in quanto la cultura aziendale non prevedeva il lavoro agile. Percentuali che fanno riflettere ed è da questi numeri che si deve ripartire per costruire una cultura digitale. Il nostro cervello cerca coerenza e il periodo attuale sembra proprio che la allontani in tutti i modi. Ciononostante, possiamo crearcela noi, iniziando ad entrare nell’ottica di dover cambiare stili di vita, come creare un gesto o un rito che ci faccia entrare nella modalità lavorativa da casa, fare pause regolari, e che questa potrebbe essere un’opportunità per esprimersi in modo ancora più chiaro con i colleghi, per farsi forza a vicenda ed essere propositivi visto comunque il successo dello smart working. In più, alcuni temono di poter diventare ancora più dipendenti dallo smartphone e dai social ma è probabile invece che non sarà così e che avremo soltanto voglia di staccare tutto mentre ci godiamo la nostra libera passeggiata.
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